Regia di Billy Wilder vedi scheda film
VOTO 10/10 Billy Wilder è stato un genio del cinema e Viale del tramonto è il suo film più rappresentativo. Grandioso ritratto della Mecca del Cinema all'insegna della decadenza, uno dei film più sinceri e crudeli su Hollywood, sui meccanismi del successo, sullo star-system e sulla follia di chi non riesce ad accettare lo scorrere del tempo e si rifugia in un mondo di fantasmi. Lo stile del maestro austriaco si fa acido, virulento, a tratti perfino onirico e sempre all'insegna di una spietata drammaticità (le scene finali con la Swanson che recita in un film immaginario rappresentano un pugno nello stomaco che riesce a gelare il sangue nelle vene). Il personaggio di Norma Desmond offre all'attrice la più grande performance della sua carriera, anche perchè intessuto di crudele autobiografia, così come il maggiordomo-regista Max von Mayerling interpretato da Erich Von Stroheim (si vedono perfino alcune immagini tratte dall'incompiuto Queen Kelly, diretto ai tempi del muto da Stroheim e interpretato dalla stessa Swanson, che fece interrompere le riprese mettendo fine alla carriera registica di Stroheim). William Holden è funzionale al ruolo dello scrittore Joe Gillis e offre una buona prova, ma nel confronto con gli altri due mostri sacri rischia continuamente di venire eclissato. Scene memorabili a iosa, sceneggiatura perfetta con la celebre "voce off del morto", regia in stato di grazia per un film che avrebbe meritato gli Oscar maggiori, anche più di "Eva contro eva", che fu premiato quell'anno. Continuo a pensare che Wilder sia stato un maestro sia nei film drammatici che nelle commedie, ma che i suoi vertici assoluti li abbia toccati, probabilmente, proprio nel territorio del dramma.
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