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Viale del tramonto

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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La recensione su Viale del tramonto

di OGM
10 stelle

Il cinema è un'arte caduca, nella quale l'immortalità è solo un'eccentrica fantasticheria? È forse deperibile come la celluloide, ed effimera come la luce di un riflettore? La figura dell'ex attrice Norma Desmond, l'astro calante, è la risposta affermativa in carne ed ossa. Ciò che sopravvive del suo mito è solo un fossile, il retrogusto stantio di un piacere dei bei tempi consumato in fretta, come una moda passeggera. L'acclamazione del pubblico è stata solo la fugace espressione di un entusiasmo momentaneo. In lei il mito del grande schermo sembra condividere il destino storico della mitologia, che, relegata in un irraggiungibile passato, continua ad esistere sotto forma di monumento sinistro e freddo, sontuoso ma roso dalla polvere. La villa cadente del Sunset Boulevard, carica dei cascami degli antichi fasti, è la dimora ideale per una diva ormai dimenticata, ridotta ad un'icona marmorea circondata dai "pallidi manichini di cera" dei suoi coetanei. Davvero il cinema, che è fatto di immagini in movimento, è un fenomeno che passa e va, alla velocità con cui una pellicola si avvolge sulla sua bobina? Le sue epoche tramontano al volgere delle generazioni? Ed è così profondamente legato alla vita dei suoi interpreti da partecipare al loro declino? Questi interrogativi si estendono, naturalmente, al campo dell'arte in generale: ci si può chiedere se esista, in ogni attività artistica, un progresso che - come nel passaggio dal muto al sonoro – rende obsolete le creazioni anteriori ad una certa data; perché quasi tutti gli artisti rimangano indissolubilmente legati al proprio tempo e, in tal caso, cosa, esattamente, condanni le loro opere all'oblio. Di fronte a questi enigmi Billy Wilder preferisce tracciare il quadro dei pochi capisaldi indubitabili che la storia millenaria ci propone con crudele evidenza: la giovinezza e la vecchiaia sono espressioni universali di una provvisorietà tipica di ogni esistenza umana, che diventa plateale quando ci si affida interamente al superficiale fascino di un'immagine, o al transitorio successo sulla piazza. I valori duraturi sono quelli profondi, come l'amore, che però, a loro volta, se male interpretati, possono imboccare vie erronee e nefaste. Nel film si intrecciano vari tipi di amore: sul fronte negativo, il tragico narcisismo della protagonista, che si manifesta come un folle attaccamento ad una irrealistica idea di sé, e a cui vigliaccamente si appoggia la finta devozione di Joe Gillis, fondata su un meschino gioco di ruoli da "do ut des"; sul fronte positivo, l'umile adorazione e l'incondizionata fedeltà di Max von Mayerling, il cui silente sacrificio per il bene della donna amata va oltre ogni limite, e la giovanile passione di Betty Schaefer per la sua arte, che chiede solo di potersi esprimere, ed insegue la realizzazione personale, anziché la pubblica glorificazione. "Viale del tramonto" è un capolavoro che apre al cinema la via della leggenda, anche se, di questa leggenda, dipinge in realtà solo il rovescio.

Su Gloria Swanson

Una precisa e nitidissima interpretazione della gestualità e dell'espressività tipiche del cinema muto, eseguita senza forzature, con grande naturalezza e fluidità, senza rinunciare ai guizzi di humour e ai sobbalzi delle emozioni.

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