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La corrispondenza

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su La corrispondenza

di ethan
4 stelle

Amy Ryan (Olga Kurylenko) è una studentessa (molto fuoricorso...) di Astronomia che alterna con un'attività da stuntwoman, in scene non pericolose ma peggio: ha una relazione con il professor Pherum (Jeremy Irons) che, a volte si dice delle combinazioni, insegna la stessa materia oggetto di studi della ragazza! I due - dato che l'uomo, già in là con gli anni, è sposato - si vedono saltuariamente in Italia, a Borgo Ventoso (sigh...) ma compensano la mancanza di contatto fisico quotidiano con una fitta rete di messaggi attraverso tutte le nuove tecnologie. Un giorno il docente sparisce e la giovane apprende improvvisamente della sua dipartita ad una conferenza.

Giuseppe Tornatore, che scrive anche soggetto e sceneggiatura, dirige con 'La corrispondenza' il suo peggior film dai tempi di 'Stanno tutti bene': la trama - un mix tra 'Jeeg robot d'acciaio' (nel mitico anime lo scienziato, morto nel primo episodio del cartone, riusciva a comunicare e a mostrarsi 'di persona' tramite un elaboratore elettronico) e 'Il sorpasso' (la protagonista ha avuto un incidente d'auto in cui, mentre era lei al volante e guidava in modo scriteriato, a perdere la vita è lo sfortunato padre) - è a dir poco velleitaria e piena di ingenuità clamorose, i dialoghi sembrano copiati dai bigliettini di carta dei cioccolatini e la narrazione, dopo l'evento che cambia le carte in tavola, procede in modo farraginoso per almeno tre quarti della sua intera durata che, prossima alle due ore, è sinceramente sfiancante.

Il film frana quasi subito a causa di una storia che definire stucchevole è un complimento, un'idea di messa in scena che, salvo due o tre pezzi di bravura relativi alle scene metacinematografiche con la protagonista intenta alla sua attività da stuntwoman, indugia troppo a calcare il pedale dell'acceleratore sulla lacrima facile e le situazioni da soap opera, con scene incredibilmente sdolcinate e ripetute fino allo sfiancamento e due interpreti la cui chimica (sempre di materie scientifiche si tratta...) non funziona mai: Jeremy Irons nelle vesti del professorone spocchioso e demiurgo che guida la sua amante anche dall'aldilà e macina frasi 'geniali' è da carrello dei bolliti mentre Olga Kurylenko, nei panni della studentessa che si innamora con toni adoloscenziali del professore (un espediente questo, davvero poco sfruttato nel cinema!), è intrappolata in un personaggio che la fa risultare anche antipatica per l'uso smaccato di pc (le bottarelle per far funzionare il portatile fanno cadere le braccia) e di cellulari mai spenti o silenziati dove sarebbe doveroso farlo.

C'erano i crismi per parlare e sviluppare temi dalle grandi potenzialità, come l'uso dei moderni dispositivi, che consentirebbero, grazie ad alcuni espedienti, di mantenere un legame con persone che non ci sono più, oppure del paragone tra l'essere umano e gli astri ma il tutto crolla per cattiva scrittura, troppa ambizione e pretenziosità e, alla fine, non resta che ben poco da salvare. 

Scultissime le scene con la Kurylenko in un parco che accarezza un cane che parrebbe una specie di 'reincarnazione' di Pherum: una simpatica bestiola la cui espressività è anni luce superiore a quella di Jeremy Irons.

Voto: 4.

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