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Vera Cruz

Regia di Robert Aldrich vedi scheda film

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La recensione su Vera Cruz

di marcopolo30
8 stelle

Un Robert Aldrich a inizio carriera dirige un'opera apparentemente minore che finirà però per influenzare l'intero genere western da Sergio Leone in poi. Semplicemente deliziosa la coppia protagonista formata da Gary Cooper e Burt Lancaster.

Nato da quella che potrebbe definirsi come una cooperazione minore tra Burt Lancaster e la United Artists (cooperazione che prevedeva anche “Apache” sempre a firma Robert Aldrich), “Vera Cruz” finì con l'ottenere sorprendenti risultati tanto di critica quanto di incassi tanto in patria quanto (e forse più) in Europa. Lancaster aveva all'epoca 40 anni e, oltre a recitare, produceva film e aveva una gran voglia di passare anche alla regia, voglia che per sua stessa ammissione gli passerà presto -nel 1955- dopo la regia de “Il vagabondo delle frontiere”. Qui è co-protagonista, al lato (o meglio: di fronte) a Gary Cooper in un western sotto molti versi atipico e soprattutto assai precoce nell'incrocio tra l'azione tipica di film di detto genere, un punto di vista piuttosto eterodosso sul profilo dell'”eroe”, e quegli ideali di stampo marxista o comunque rivoluzionario che caratterizzeranno la produzione del genere negli anni a cavallo tra la decade dei '60 e quella dei '70. Il film ispirò infatti, senza ombra dubbio, il cinema di Sergio Leone e tutto ciò a cui questi darà il la. Il plot è brillante sebbene non originalissimo, con due gringos che scendono in Messico per mettere le proprie abili pistole al soldo del miglior offerente, una gentil donzella da scortare al porto che da il titolo al film, un carico di monete d'oro e gli innumerevoli inganni ed imprevisti ad esso legati. Il ritmo è certamente un punto a favore, con un Aldrich che, nonostante fosse a inizio carriera, è già bravo a non perdersi mai in inutili arzigogoli. Il cast fa il resto, con Gary Cooper nella parte di... Gary Cooper al quadrato, e il già citato Burt Lancaster gaglioffo e gigione come mai, con bianchissima dentatura permanentemente in mostra quasi fosse uno spot di Colgate. Li accompagnano, in ruoli secondari, un'irresistibile Sarita Montiel, e due di quelli che diventeranno fedelissimi del regista: Charles Bronson e Ernest Borgnine. Nel complesso, non credo che come film preso a se “Vera Cruz” entrerebbe nell'Olimpo del genere western, ma la sua influenza sulla nuova rotta che tale genere sarebbe andato poi prendendo è innegabile. Da notare l'esistenza di una sorta di remake britannico, “Al soldo di tutte le bandiere”, diretto nel 1970 da Peter Collinson con Tony Curtis e Charles Bronson come protagonisti, ambientato però non nel Messico della rivoluzione, ma nella guerra greco-turca degli anni '30 del secolo XX.

 

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