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Creed - Nato per combattere

Regia di Ryan Coogler vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Creed - Nato per combattere

di ElFlaco58
7 stelle

Creed - Nato per combattere, lo spin off che da continuità alla saga di Rocky, logora e spremuta più che al massimo, riesce nel suo intento di rinvigorire la serie e lega in maniera brillante passato e futuro del mondo del pugilato.

Premetto di non aver visto ancora la prima opera di Ryan Coogler (rimedierò), di cui leggo pareri egregi, ma la prima cosa che mi viene da pensare dopo aver visto Creed, e dopo aver letto della carriera di Coogler (questo è il secondo film al suo attivo), è che il regista somigli molto al protagonista Adonis Johnson, capace, in pochi match, di guadagnarsi la fama di predestinato (e non soltanto per il cognome che porta), e di arrivare a combattere dopo pochi incontri importanti, contro il campione del mondo in carica. 

Il film ha un buon ritmo, parla bene di tutti i protagonisti passati e presenti della saga di Rocky, e fa da ponte generazionale tra un vecchio modo di fare cinema ed uno nuovo, tra un vecchio modo di fare pugilato ed uno nuovo, e tra un vecchio Creed ed uno nuovo. Di Croogler si legge che è un grande appassionato della saga di Rocky Balboa, e promise al padre, gravemente malato e anch'egli fan sfegatato delle gesta dello stallone italiano, di regalargli un nuovo episodio di un film che ormai, non sembrava aver più nulla da dire al pubblico. Quindi, lo fa nella maniera più sensata, parlando di un nuovo protagonista e rendendo Rocky soltanto la comparsa (anche se qui è riduttivo parlare solo di comparsa) in uno spin off tutto moderno e che non ha quasi niente a che vedere con i Rocky del passato, dove, di somigliante, ha soltanto le classiche inquadrature della macchina da presa durante i match e la colonna sonora durante l'ultimo incontro. 

Vietato andare al cinema con l'aspettativa di vedere "Rocky 7", perché "Creed - Nato per combattere" è Creed, e non è Rocky, altrimenti non si parlerebbe di spin off. 

Certo non si può dire che Sly non ci metta l'animo in quest'opera di Coogler, ed anzi, sono d'accordo con il premio vinto al Golden Globe da Sylvester Stallone, perché in Creed, alla tenera età di 69 anni, riesce a sfoderare una recitazione che gli si è vista raramente anche nelle precedenti apparizioni in tutti e 6 i film della saga, anche se non sono d'accordo nel dire che in quest'ultimo film Stallone abbia recitato la miglior parte in assoluto di tutti e 7 i film legati a Balboa, perché lui ha sempre detto di avere un legame magico con questo personaggio e avrebbe meritato un premio importante anche in Rocky I, II e III (questa è una mia opinione).

Non dimentichiamoci che con "Creed", Stallone potrebbe finalmente riuscire a vincere il suo primo Oscar e sarebbe un premio veramente meritato, in primis per la sua lungimirante carriera da attore.

Tornando a noi, il film lascia comunque sullo sfondo lo stallone italiano, che farà il secondo del giovane Creed, al suo angolo, ma non godrà del centro della ribalta: curiosa una scena durante il primo match importante di Creed contro Sporino, dove Rocky è alle prese con un discorso di incoraggiamento all'angolo del giovane Adonis, durante il quale inizia a parlare, come al solito, di atti passati della sua carriera e ricorda al suo pugile di quando anche lui, contro suo padre, doveva utilizzare la tattica che Rocky sta proponendo ad Adonis. Improvvisamente, la scena si allontana dall'angolo di Creed e la voce di Rocky si fa sempre più distante, per poi passare all'angolo di Sporino e ricominciare il match, interrompendo Balboa nel bel mezzo del discorso, come se quello che stesse dicendo non fosse più tanto importante, perché ora c'è dell'altro ed infondo di Rocky veramente non importa quasi più a nessuno, ora c'è Creed.

Coogler vuole omaggiare la migliore saga sul mondo del pugilato, ma vuole anche rilanciarca, e per questo, spruzza qua e la un po' di Rocky Balboa, un po' di Apollo Creed (in questo spin off, la fragranza più importante direi), e un po' del passato che ormai è meglio lasciarsi alle spalle, perché ricordiamoci che Adonis vuole combattere come un Creed, ma vuole essere un Johnson.

Concludo dicendo che non mancano difetti, ovviamente, a questo film. Di quello che non mi è piaciuto ci sono alcuni dialoghi scontati come i complimenti finali del campione del mondo in carica ad Adonis, e dei punti morti come quando durante i festeggiamenti alla fine dell'ultimo match, Adonis ricorda il padre e Rocky parla di famiglia. Quello che però forse è stato l'intercalare più fastidioso, è questa "cosa", parola usata spesso per descrivere quasi tutto. Per il resto, che dire, film godibilissimo che farà da primo ad un'altra, si spera, bella saga all'altezza della precedente. 

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