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La ragazza dei miei sogni

Regia di Saverio Di Biagio vedi scheda film

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La recensione su La ragazza dei miei sogni

di Lina
7 stelle

Un urban fantasy di produzione italiana (il che è una rarità) dalla trama misteriosa, a tratti sconclusionata, che punta tutto su uno stile cupo e molto suggestivo, muovendosi in punta di piedi in un mondo onirico ed esoterico inquietante e al contempo trascinante.

 

Mi hanno sempre incuriosita e affascinata le leggende sugli Incubus e Succubus, che trovano fondamenta nella tradizione demonologica. Si tratterebbe, infatti, di creature astrali maligne dedite al vampirismo energetico.

Una tematica dunque oscura, che in questo caso rappresenta il cuore pulsante della storia. Sogno e realtà si mescolano in uno scenario di vita quotidiana in cui il protagonista appare sempre confuso e vittima di quello che la sua mente desidera e riesce a un certo punto a creare. E senza rendersene conto, concepisce la donna che ha sempre sognato di avere al suo fianco. Ma si sa che non è tutto oro quel che luccica.

 

La storia d’amore è intensa quanto bislacca. Pone davanti a una serie di riflessioni e domande senza risposta nonostante le perle di saggezza di Alessandro, personaggio secondario molto erudito in materie occulte.

 

Un’opera a onor del vero bistrattata e impenetrabile per molti. Non tutti, difatti, riusciranno a comprenderne il senso.

La sua forza narrativa è di grande impatto psicologico, ma lascia alcuni dettagli irrisolti. Neppure il finale è poi tanto chiaro, eppure, è la parte migliore e più sofisticata. Con il suo colpo di scena, ribalta ogni pregiudizio e convinzione, lasciando con il fiato sospeso e l’amaro in bocca.

 

Amore, morte e sacrificio rappresentano l’anima di questa pellicola dai toni poetici maledetti e un po’ oppressivi.

 

Di Biagio ha classe e ha scelto delle belle ambientazioni (ha effettuato le riprese in una Puglia alquanto inedita) per dare vita a questo fantasy che, ispirato al romanzo omonimo di Francesco Dimitri, in realtà è molto più di ciò che sembra. È un miscuglio di generi non facilmente catalogabili; un dramma sentimentale con un tocco di giallo esoterico che illustra sottilmente, tra le righe, un’insolita caccia al demone.

 

I personaggi sono pochi ma ben delineati. Sofia, interpretata da Miriam Giovanelli, è una protagonista irresistibile e carismatica con il suo accento straniero suadente, la sua dolcezza e la sua innata sensualità, mentre Primo Reggiani, passivo e monocorde, non ce la fa a tenerle testa. Quasi scompare accanto a lei.

Più impegnato e bravo di lui si rivela Nicola Vaporidis, in un ruolo, che però, gli si addice poco.

 

Ritmo altalenante, dialoghi discreti, retroscena interessanti e accattivante l’atmosfera erotica in stile Attrazione Fatale, ma l’opera non decolla nella sua ridondante malinconia.

 

Tutto ciò che vuole comunicare è che, a volte, amare tanto o troppo può significare morire.

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