Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
E' sicuramente il miglior film su Gesù mai girato, per di più in assoluta fedeltà al testo evangelico. E' semplice, scarno, emozionante, lirico, intenso. Trovo fuori luogo le letture che vorrebbero una rivisitazione della figura di Cristo da parte di Pasolini, quasi una rifondazione della Sua icona per spogliarlo dalla deformazione che sarebbe stata operata dalla Chiesa. Pasolini avrebbe presentato il Gesù delle origini, poco rivolto verso il cielo e molto verso una rivoluzione terrena, quasi un rivoluzionario laico ante litteram, un paladino della giustizia sociale e della redenzione in questo mondo, che sarebbe stato poi tradito dal cristianesimo successivo. Niente di più falso. Pasolini rispetta – come dicevo – alla lettera il testo del Vangelo di Matteo, tanto che nel film non si pronuncia una sola frase che non sia presente nel testo sacro; quando non ve ne sono nei versetti, il regista ha fatto tacere gli attori. E poi, quanto al preteso messianismo terreno, vengono mostrati i diversi miracoli di Gesù, liberazione degli indemoniati compresa, e non mancano le parole sul regno di Dio e la salvezza dell'anima. Lo stacco da Zeffirelli e da Hollywood è evidente, certo, e pure da una rappresentazione edulcorata ed addomesticata del Salvatore, elementi però che non hanno a che fare col Gesù dei vangeli e della cattolica. Il film è se mai molto realistico e privo di qualunque concessione allo spettacolo cinematografico. Forse proprio per questo è così efficace, sincero, e credibile. Veramente impressionanti sono le tumultuose scene della Via Crucis e della crocifissione, e commovente il finale. L'ateo comunista Pasolini si pentì negli anni successivi di questo film. Ma poco importa, il merito di averlo girato non glielo toglie nessuno. Del resto è proprio vero che la Provvidenza Divina, che voleva che fosse girato un buon film sul Vangelo, si serve degli strumenti umani che gli uomini stessi giudicherebbero i meno adatti allo scopo; ma cionondimeno fa sempre centro.
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