Regia di William Wyler vedi scheda film
"A: E a mezzanotte, me ne tornerò, simile a Cenerentola, là da dove sono evasa.
J: E sarà la fine di una bella favola".
"Vacanze Romane" é uno di quei tanti film cult che, nella loro semplice sceneggiatura, riesce a trasmettere un'immensità di emozioni. Il personaggio della Hepburn, la Principessa Anna, é uno schiaffo alla monotonia della vita aristocratica/signorile, ed esso ritrova la sua pace nell'allora soave e pacifica città di Roma. Gregory Peck impersona la responsabilità di nome Joe Bradley, un americano a Roma (chi ha colto la citazione?) ed egli accompagnerà la principessa in sfortunate avventure, che ella reputerà divertenti per sdrammatizzare i momenti buii della sua vita, da tempo addobbata di misure e regole da parte dei familiari. Il sentimentalismo che inquadra l'intera introspezione spiega, tramite la felicità della protagonista, un particolare poco noto agli occhi dello spettatore, ovvero il modo in cui il suo animo si risolleva, pensando di star vivendo un periodo, della sua vita, migliore: non fu un caso che, agli Oscar del '54 Hepburn vinse l'Oscar come miglior attrice protagonista. D'altronde, il film attraversa situazione bizzarre in maniera più che naturale, in un contesto umano, e ciò dimostra quanto il cinema neorealista aveva interessato il regista tedesco William Wyler, regista tra l'altro di film di guerra, per la realizzazione di questo film.
Drammatico persino in vicende comiche.
8½.
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