Espandi menu
cerca
Silence

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Springwind

Springwind

Iscritto dal 2 gennaio 2016 Vai al suo profilo
  • Seguaci 2
  • Post -
  • Recensioni 49
  • Playlist 2
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Silence

di Springwind
9 stelle

Non solo un film sul silenzio di Dio, ma anche una serrata riflessione sulla presunzione dell'uomo bianco e sulla religione come pericolosa colonizzazione dell'immaginario

Non è solo un film sul silenzio di Dio, come la critica ha sottolineato e la stampa cattolica ha enfatizzato. C'è, senza dubbio, la tematica religiosa - anzi, a livello di trama, è la sostanza stessa del film, ma unita ad altri temi cari a Scorsese: la violenza, la tentazione, il dubbio. Ma soprattutto, quello che rende così attuale questa storia sulle persecuzioni dei cristiani nel Giappone seicentesco è il discorso, sotteso a tutta la vicenda ed esplicito nei confronti tra il gesuita protagonista e l'Inquisitore e il traduttore giapponesi, sulla presunzione di verità e di universalismo dell'europeo e della sua fede. Un'argomentazione molto serrata sulla volontà di colonialismo dei bianchi, sul loro voler imporre una cultura e una religione ritenute le uniche  "vere" , laddove una diversa civilizzazione ne impedisce la comprensione. Così, il traduttore può far presente a padre Rodriguez (un Andrew Garfield che ha fatto parecchia strada dai tempi di Parnassus) che, se i giapponesi parlano così bene il portoghese (e qui, purtroppo, il fatto che il film sia in inglese genera solo confusione) è perché i padri missionari gli hanno insegnato la loro lingua, non pensando neppure lontanamente di apprendere quella locale né tantomeno di tenere in considerazione la religione o la cultura giapponesi. Se secondo padre Ferreira, un intenso Liam Nelson che illumina, seppure per pochi minuti, l'intensa sezione finale del film, "il Giappone è una palude in cui niente più mettere radici" e meno che meno la religione cristiana, i cristiani che hanno abbracciato la fede dell'uomo bianco hanno impiantato la fede importata dai gesuiti su un terreno culturale locale, in cui i feticci sostituiscono la divinità, e il senso evangelico della vita e della morte è reinterpretato secondo una vaga saggezza contadina, come una storia magica dove la sofferenza ha termine in un luogo di sogno chiamato "paraiso". Così i dubbi di padre Rodriguez sul silenzio di Dio di fronte alle tremende sofferenze dei suoi fedeli ci rimandano l'immagine di un individuo che non mette mai comunque in discussione la "verità" del proprio credo e la sua superiorità di fronte a qualsiasi fede locale, ovvero la necessità di riportare l'Altro alla propria credenza, riplasmandolo a immagine e somiglianza del proprio Dio. Un Dio al cui Figlio, con fede che sconfina nella superbia, padre Rodriguez si paragona, in virtù delle proprie sofferenze. Un film veramente importante, pieno di domande e dubbi che non trovano risposta, ma soprattutto una riflessione sul rapporto con l'Altro, sulla necessità di rispettare le differenze.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati