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Il tesoro

Regia di Corneliu Porumboiu vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il tesoro

di laulilla
7 stelle

Presentato con successo a Cannes (nella selezione di Un certain regard) nel 2015, ha impiegato ben due anni per arrivare a noi! Meglio tardi che mai. Se, come spero, arriverà anche in altre parti d’Italia, andate a vederlo, e abbandonatevi, semplicemente, al piacere di vedere, splendidamente illustrata, una fiaba dei nostri giorni molto bella!

Bucarest: un casermone della periferia come tanti altri, una famiglia come tante altre e un padre di nome Costi, che la sera, dopo il lavoro, leggeva al suo bambino, come fanno tanti altri papà, le belle favole di un libro illustrato. L’atmosfera incantata una volta, però, era stata interrotta da un vicino di casa, Adrian, che aveva suonato alla porta chiedendo un prestito di 800 euro per evitare di essere cacciato dal suo appartamento dalle banche, di cui era insolvente debitore. Costi avrebbe voluto aiutarlo (non per nulla stava leggendo al figlioletto la storia di Robin Hood), ma, non disponendo di quella somma, si era offerto di dargli una mano, anticipandogli il denaro necessario a localizzare e dissotterrare l’ingente tesoro che un bisnonno di Adrian aveva nascosto in una cassetta metallica nel giardino dell’antica casa di famiglia, in campagna, per celarlo ai comunisti alla fine del secondo conflitto mondiale.

Da questa premessa, molto importante anche per la conclusione del film, si origina la parte centrale, ovvero il racconto della caccia al tesoro, durante la quale, alla coppia dei due vicini di casa si era aggiunto l’operaio Cornel, proprietario di un sofisticato metal-detector, collegato a un computer, in grado di rilevare, fra le altre cose, ogni presenza metallica nel terreno, nonché di datarla, per evitare (per quanto possibile) che le tracce ferrose delle rocce più antiche inducessero in errore chi aveva necessità di scavare solo (si fa per dire!) per pochi metri.

La sera dello scavo, un po’ prima del tramonto, il terzetto aveva dunque raggiunto la casa, cominciando a osservare e a tastare il terreno, mentre il dispositivo di Cornel emetteva grotteschi segnali sonori per indicare con un po’ di approssimazione il luogo in cui probabilmente la cassetta era stata nascosta. Dai racconti di Adrian, intanto, si potevano cogliere numerosi aspetti della storia di quell’angolo di Romania, e anche della storia di quella casa, che nel corso degli anni aveva cambiato funzione e utilizzo e nella quale si erano avvicendati, lasciando evidenti tracce del loro lavoro e della loro presenza, farmacisti, baristi, insegnanti di scuola materna, malavitosi…
Coll’arrivo della notte e del buio si andava diffondendo, però, un certo nervosismo, soprattutto in Adrian, vieppiù provato dalla stanchezza per la fatica improba dello scavo, che pure aveva iniziato baldanzosamente, ma che ora, forse per l’assenza di risultati (ma era davvero troppo presto per vedere il tesoro), manifestava la propria aggressiva diffidenza nei confronti di Cornel, accusandolo di essere un imbonitore truffaldino e di pretendere il pagamento per una prestazione del tutto inadeguata. Costi, benché si fosse impegnato a pagare Cornel, e benché ritenesse un po’ troppo precipitosa, forse, la sua promessa di aiuto ad Adrian, aveva tenuto saldi i propri nervi, diviso i contendenti e ora si impegnava a sostituire Adrian nell’operazione di scavo.

Dell’avventurosa e fiabesca conclusione della vicenda non intendo anticipare alcunché: mi limito a dire, sulle tracce del trailer, che esisteva effettivamente una cassetta, che per la sua apertura era stato necessario l’intervento di un ladro, chiamato a quello scopo dalla polizia rumena, aggiungendo però che il finale è tra i più sorprendenti e spiazzanti che mi sia capitato di vedere e che ben si collega a quel tenero padre lettore di fiabe di cui ho parlato all’inizio.
Vorrei invitare i miei lettori alla visione di questo film delicatamente ironico e girato costantemente nel segno dell’intelligenza, aggiungendo che raramente ci è data la possibilità di seguire con la stessa trepida attesa un racconto così incantevole, così tenero e così profondamente umano.
Porumboiu è dunque un altro bravo regista che arriva dalla Romania e che con mezzi limitatissimi ha saputo dirigere e rendere avvincente una storia inverosimile, avvalendosi anche di un gruppo di attori bravi e motivati* .
Presentato con successo a Cannes (nella selezione di Un certain regard) nel 2015, ha impiegato ben due anni per arrivare a noi! Meglio tardi che mai. Se, come spero, arriverà anche in altre parti d’Italia, andate a vederlo, e abbandonatevi, semplicemente, al piacere di vedere, splendidamente illustrata, una fiaba dei nostri giorni molto bella!

*per la cronaca, Corneliu Cozmei, che nel film ha la parte di Cornel, è davvero, nella vita, un operaio che usa il metal detector del film e che si è molto divertito interpretando se stesso; tutta la vicenda, invece è stata ispirata da un racconto che Adrian (ovvero l’attore Adrian Purcarescu) aveva fatto all’amico regista, parlandogli di una leggenda legata alla storia della propria famiglia.

 

 

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