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Un uomo tranquillo

Regia di John Ford vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un uomo tranquillo

di stanley kubrick
10 stelle

MILLION POUNDS BABY  

"Non aveva l'aspetto di un turista americano, no, non l'aveva affatto: niente macchina fotografica e, peggio ancora, neanche una canna da pesca."  

L'Irlanda non è un paese natio nè del regista Ford, nè del duca John Wayne. Un Uomo tranquillo, infatti, sembra quasi essere un omaggio di entrambi verso la terra verde, colore che si addice ai paesaggi festosi e caratterizzanti della nazione, a foreste brulicanti di foglie e a prati profumati da erba vivace. Il regista statunitense famoso per gli western crepuscolari che lo hanno accompagnato per tutta la carriera cinematografica (Sentieri Selvaggi, Sfida Infernale, la trilogia della cavalleria e molti altri film), con questa sottile commedia che si dibatte tra il mèlo e situazioni comiche a non finire, mette a confronto i paesaggi desolati e fetidi del suo genere prediletto con la vivacità irlandese. L'attore feticcio di Ford, il duca John Wayne, smette per una sola volta di andare a cavallo da paesino a paesino in mezzo all'Ohio o al Texas e comincia a proporre allo spettatore sentimenti umani, tirati fuori quasi a forza. Un Uomo Tranquillo è un film del 1952 per niente datato, con gli elementi dell'immagine verde colorita in un technicolor spettacolare che fa sembrare il film sicuramente più recente rispetto all'anno in cui è uscito nelle sale cinematografiche. Ho letto, prima di guardare il film, lo splendido romanzo (che consiglio vivamente) di Maurice Walsh, che ricalca in maniera esemplare i comportamenti degli irlandesi, il tratteggiamento dei personaggi, persino il profumo degli alberi  e delle foglie riesce a sentire il lettore da quanto è realistico lo scritto. John Ford riesce alla perfezione di trasporre l'omonimo romanzo per il grande schermo, con un operazione veramente ottima, con una recitazione spudoratamente efficace ma soprattutto con il solito tocco sopraffino tipico del grande regista.
La tematica del pugilato è usata come evento scatenante dell'intera vicenda. Il protagonista Sean torna nel paese natio dopo aver ucciso un uomo durante uno scontro, tormentato dagli eventi che hanno preso una direzione sbagliata. L'uomo tenta di ritrovare in Irlanda la pace e la tranquillità che si sono trasformate in temibile voglia di riscatto, mentre la passione dello sport è diventata una macchia indelebile che col tempo passerà via. L'incipit della pellicola è strabordante e estremamente divertente, quasi a sottolineare un ansia catartica che si trovava già in passato dentro il protagonista, che sembra essere un uomo tranquillo all'inizio e lo rimarrà anche alla fine. I personaggi che girano attorno a lui nei primi 10 minuti sono semplici comparsate che significano un imminente arrivo dei protagonisti secondari, una specie di assaggio iniziale per lo spettatore che già con la prima scena ha capito che il film è una commedia comica. Il ribaltamento di prospettiva che John Ford ha ideato in maniera geniale avviene poco dopo questo incontro, precisamente quando Sean incontra per la prima volta Mary Kate, che nel frattempo è intenta a guidare un gregge. Da quel momento in poi, il regista imprime la pellicola di un sentimentalismo potente, quasi indistruttibile, per creare una storia d'amore che i nostri registi italiani di questo inizio secolo dovrebbero studiare a memoria per poi riproporlo, magari cambiando lo stile e il paesaggio oltre a qualche movimento di macchina. Ford non immette dentro il suo film i combattimenti dei due protagonisti del film Città Amara - Fat City di John Huston, neanche gli urli spasmodici di Clint Eastwood nei confronti della Swank nel film Million Dollar Baby, basta solo qualche freame, qualche immagine, nemmeno un dialogo per rappresentare il dolore nel volto di Sean non appena atterra il suo avversario, perchè sa già che lui è morto, infatti Sean era entrato sul ring con l'istinto omicida verso l'avversario. Portare via il padre a due bambini e il marito a una povera donna può essere insostenibile anche per un gigante, con due spalle enormi e un cuore afflitto da pene che non si era mai immaginato di commettere. Forse era meglio marcire dentro una cella lurida con soltanto i ratti a farti compagnia, avrebbe pensato Sean, ma forse rifarsi una vita lontano da sport e pugni era la cosa migliore.
Quando era bambino correva per i prati a giocare con altri della sua età. E' impressionante come Ford, senza nemmeno rappresentarlo filmicamente, sia riuscito con la sola forza del pensiero a proiettare nella mente dello spettatore la vita da bambino del protagonista. E' pura e semplice immaginazione, ma quando accade la bellezza di un simile sguardo rivolso verso un mega schermo oppure verso un televisore ti lascia impietrito da quanto sei contento. La casa in cui viveva da piccolo è posta ai piedi della città, con un terreno coltivabile insieme ad altre mille risorse disponibili, con l'amore della naturale, che però per Sean vorrebbe diventare anche carnale con la donna che ha incontrato appena arrivato a Innisfree, il paesino dove si svolge l'intera vicenda. Eppure, da una casa bella lo stato d'animo potrebbe passare a terribilmente brutto non appena incontra il "vicino" di casa, che però si trova parecchio lontano dato le varie terre coltivabili che i due possiedono. Entrano subito in contrasto quando Sean va a ricomprare la sua vecchia casa, visto che la voleva comprare anche Will, l'antagonista, ma una signora, la più ricca della città, non gliela voleva concedere. L'evento che farà strabordare questo rapporto è l'amore che il protagonista prova nei confronti di Mary Kate, infatti quest'ultima è la sorella del vicino di casa. A quei tempi, se si voleva sposare una donna, bisognava avere il consenso dei genitori oppure dei fratelli maggiori. Evidentemente, Sean era rimasto negli Stati Uniti, dove questa pratica era completamente sconosciuta, quindi si dovrà scontrare con il fratello per avere la mano di Mary Kate.

Oltre a questi tre personaggi, ci sono anche delle macchiette che risaltano lo spessore della vicenda. Quella più importante è senza ombra di dubbio la figura di Michelino, divertente e mai sopra le righe, interpretato da un grande Barry Fitzgerald. Si mettono in mostra anche i due preti del paesino irlandese, specialmente il padre Lonergan, amante della pesca. Ecco una delle gag in cui lo spettatore riderà di gusto, ovvero la lotta continua del prete per cercare di pescare un pesce che, oltretutto, Ford non fa neanche vedere. Mi voglio soffermare su alcuni aspetti che rendono questa parte divertentissima, innanzitutto, il prete pesca con una canna veramente infima e scrausa un pesce che, immagina lo spettatore, è enorme, successivamente si nota che tratta malissimo Mary Kate, andata a dargli una mano nel pescare, quando gli fa sfuggire il pesce, lo spettatore dinnanzi denota anche quanto il fiume sia troppo piccolo per ospitare un pesce di tale dimensioni. Solo con questa scena si potrebbe applaudire all'infinito della genialità di Ford di coniugare, nella sua lunga filmografia, scene di uccisioni nei film western e scene terribilmente sarcastiche e divertenti nelle pellicole comiche.
Il bar viene inteso come luogo portante dello spirito giusto per inziare o finire in maniera degna una giornata di duro lavoro. Un bicchierino di burbon con ghiaccio insieme agli amici non si può negare a nessuno. Il barista è colui che sente le conversazioni dei clienti e diventa mentore della falsità del racconto oppure della estrema veridicità di quello che è appena stato detto. Non riesce a sosituire i mitici saloon di Sfida All'O.K Corrall, neanche quelli in mezzo alla cittadina nella prima parte della trilogia della cavalleria. Le persone che vanno al suo interno assomigliano ai cavalieri del west stremati dopo un lungo viaggio, magari una partita di poker texano negli western sono sostituite in Un Uomo Tranquillo da chiacchierate convinte sull'economia o sugli eventi del giorno prima. Non ci sono sparatorie finali come, ad esempio, ne Il Pistolero di Siegel all'interno del saloon/bar, soltanto pacifiche intenzioni di persone che non hanno mai visto una pistola e che si esprimono attraverso l'arte del pugno chiuso dentro un guantone.
L'unica cosa che i cittadini di Innisfree sanno fare è ubriacarsi. Per tutto il film non si vede mai un libro aperto, una biblioteca (tranne, se non sbaglio, nell'ufficio della donna più ricca della cittadina) polverosa, un giornale. Perchè, come ho detto prima, la saggezza delle parole è più conclusionata della scrittura su un foglio all'apparenza bianco. Lo spettatore sbaglia a definire i cittadini del paesino irlandese ignoranti, o almeno questi ultimi vengono definiti tramite un criterio concettuale che destabilizza le insicurezze a livello dei sapientoni ma le da valore attraverso una meccanica di opposizione che non vanifica ogni sforzo cervellotico dei cittadini. Si vive di pesca e di agricoltura, nessuna industria che provochi fumi o qaunt'altro di nocivo possa esserci, i soldi circolano in maniera da attivare il principio del tornaconto, si vive bene, cosa chiedere di più?

La vita matrimoniale di Sean e Mary Kate (si, alla fine Will le concede la mano della donna, ma solo con un gran imbroglio, altra gag divertentissima) comincia subito in maniera sbagliata. Le idee per mandare avanti una famiglia, i due, le pensano in modo diverso, contrapponendosi e arrivando a odiarsi l'uno all'altro. Maureen O'Hara rende talmente bene l'idea della donna arrogante, che disprezza tutto e tutti che lo spettatore è visibilmente incavolato con lei per tutto il film. Mi sono talmente arrabbiato all'ennesimo stato d'animo cambiato di lei che stavo quasi per rompere il televisore dalla rabbia, nonostante cominciavo già a capire che sarebbe entrato nel mio cuore. Sean sembra essere una pedina e Mary Kate il giocatore che la muove a suo piacimento, sottostare ai suoi ordini è l'unico modo per farsi comprendere, eppure arriva un momento di ribellione dell'ex-pugile che colpisce colui che guarda la pellicola con un pugno in piena faccia. La ragione del comportamento instabile della moglie è il non-concedimento della dote di Will alla famiglia, dato che ha scoperto l'inganno sentimentale che lo ha accompagnato per tutta la durata del film.
Il pugilato viene tagliato fuori lasciando spazio all'equitazione nel momento del pre-spannung nella pellicola. La gara sopra i cavalli richiama le cavalcate dirompenti degli statunitensi contro gli indiani per le lotte di potere territoriale, mentre il paesaggio, che da verde e splendente è diventato desolato e pieno di terra per l'occasione, ricorda allo spettatore le brughiere fetide e desolate del caro e vecchio west di Ford, con la Monument Valley che risaltava aspetti che nessun'altro riuscirà mai a ricalcare come il maestro nel futuro. Molto belle le scene della gara, evocativo il finale di quest'ultima per la scena dei cappelli che i cavalcatori dovevano acchiappare al volo.

Ma la gag più riuscita del film è quella delle scommesse finali mentre Sean e Will risolvono a botte la questione della dote (i fatti antecedenti all'evento evocano un momento di goduria interiore per lo spettatore, il protagonista che trascina di forza la moglie per 5 miglia per arrivare da Will e farsi consegnare la dote, con dietro l'intera popolazione del paesino irlandese, questa scena verrà riproposta da Zemeckis nel suo Forrest Gump), mentre Michelino raccoglie i soldi delle scommesse e tutti gli altri a consegnargli il denaro, persino il prete pescatore rinuncia a pescare il pesce grossissimo per assistere al combattimento fra i due.
Se non lo avete mai visto oppure è trascorso un secolo dall'ultima volta che lo avete beccato e guardato, fate come E.T. nel film di Spielberg mentre guarda la televisione lo spettatore può scorgere qualche attimo del film Un Uomo Tranquillo, riguardatevelo, magari insieme alla fidanzata o moglie, per ricordare ancora una volta i baci immensi e appassionati che i due coniugi si danno sotto la pioggia dentro un cimitero.
Un capolavoro assoluto.

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