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L'uomo nel mirino

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su L'uomo nel mirino

di steno79
7 stelle

Il cinema da regista di Clint Eastwood parte negli anni '70 con opere fortemente connotate nel genere, di cui le più rinomate restano probabilmente i due western "Lo straniero senza nome" e "Il texano dagli occhi di ghiaccio", ma anche il poliziesco/thriller è da subito uno dei suoi campi d'azione preferiti e questo "The gauntlet" si inserisce proprio lì, con alcune inevitabili similarità con pellicole analoghe di Don Siegel, ma anche importanti differenze dall'ispettore Callaghan. "L'uomo nel mirino" tende per certi versi ad un'esagerazione "astratta" e molto stilizzata che in alcuni momenti non convince, anche e soprattutto nell'atto finale che gli fa perdere un po' di punti (in particolare la liquidazione dei due cattivi, frettolosa e inverosimile, nonché la "resurrezione" di Clint che sembrava morto, dopo le lacrime di disperazione della donna); allo stesso tempo però non mancano qualità di confezione, di ritmo e più propriamente di regia, in particolare nelle sequenze action, che lasciano intravvedere come Clint avesse tutto sommato il polso sicuro dietro la macchina da presa già allora, pur non dimostrando particolari ambizioni autoriali. E' un film oggi un po' dimenticato, forse una variazione sull'innocente ingiustamente perseguitato di hitchcockiana memoria, a cui si aggiungono alcuni duetti spesso da commedia con la bionda di turno che vanno ugualmente in quella direzione e che sono fra gli elementi più gustosi, insieme ad una scena in cui il protagonista Ben Shockley decanta le virtù dell'essere un poliziotto, fra le più schiette e meglio scritte dell'intero film. Il duetto con la compagna Sondra Locke, insomma, funziona, anche grazie ad una buona performance di quest'ultima, e forse si può sospendere l'incredulità, almeno fino ad un certo punto, di fronte alle più flagranti esagerazioni, da alcuni denunciate come "pacchianate" american style, come la distruzione di una villa alquanto imponente in cui la coppia in fuga si era rifugiata da parte del fuoco di un intero reparto di polizia, e la scena ancora più iconica della sparatoria all'autobus nel sottofinale. A mio parere problematica anche la scelta della Locke di salvare il suo compagno di avventure da un violento pestaggio offrendosi come oggetto sessuale che porta ad uno stupro non realmente consumato, così come il pugno in faccia ad una delle "cattive" tanto per dimostrare che Eastwood non insegue il politicamente corretto, ma per il resto il film marcia a ritmo spedito con alcuni pezzi di bravura come l'inseguimento in moto da parte dell'elicottero, il piglio registico di Clint è spesso abbastanza sicuro e lo spettatore certamente non si annoia, anche se le ambizioni più propriamente formali non sono certo quelle dei suoi film successivi a "Bird" e la fotografia lascia un po' a desiderare nel complesso. 

voto 7/10  

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