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Florence

Regia di Stephen Frears vedi scheda film

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La recensione su Florence

di will kane
7 stelle

Le quattro candidature "alte" ai Golden Globes farebbero presagire una certa considerazione alle prossime nominations agli Oscar, per l'ultimo lavoro di Stephen Frears, girato in Europa, coprodotto tra Francia e Inghilterra. Per curiosa analogia, sullo stesso personaggio realmente esistito, Florence Foster Jenkins, ereditiera americana con l'amore infinito per la musica ed il canto, antitetico alle sue reali capacità canore, in poco tempo sono stati girati due film, questo, e il transalpino "Marguerite", ispirato alla donna, ma senza riportarne il nome, e mutando un pò la storia. Segnata nel fisico e nella salute dalla sifilide, ricevuta in impietoso "dono" dal primo scellerato marito, la Foster Jenkins viene ritratta come una donna dallo spirito possente e positivo, probabilmente inconsapevole della propria inattitudine al canto, riesce a cantare due volte in pubblico, e per audiences sempre maggiori: dietro al tutto, a far da filtro tra lei e un mondo che dà giudizi troppo affrettati, il secondo marito. Scritto con abilità, al punto da far oscillare spesso con proprietà tra commedia sapida e dramma sentimental-umano il copione, "Florence" ha il suo meglio nella descrizione dell'insolita storia d'amore tra la protagonista ed il marito: i due sposi non hanno rapporti carnali, per via del problema contratto da lei, lui ha un'altra donna, ma la loro è una relazione tenera e solida, una forma di protezione reciproca ed un sostegno senza esitazioni, che arriva ad essere toccante e suggestiva, per come Frears sa metterla in scena. Come ci ha abituato il regista inglese, uno dei punti di forza del film è il cast, ben scelto e in parte: Meryl nello stonare è magnifica, anche perchè l'abbiamo sentita cantar bene eccome in "Radio America" e "Mamma Mia!", ma è forse ancor più bravo Hugh Grant, nel ruolo più complesso e sfumato della sua carriera. 

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