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Lion - La strada verso casa

Regia di Garth Davis vedi scheda film

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La recensione su Lion - La strada verso casa

di LAMPUR
4 stelle

 

 

locandina

Lion - La strada verso casa (2016): locandina

 

 

Lion è la storia vera di un ragazzino indiano di cinque anni, che perduta la famiglia d'origine, finisce in orfanotrofio e viene successivamente adottato e cresciuto da una famiglia australiana, divenuto grande gli verrà improvvisa l'idea di risalire alla sua famiglia d'origine, ritrovando alla fine la sua vera mamma.

 

Questa in soldoni una traccia che potrebbe anche intrigare, se non risultassero troppo virate sul patetico le premesse, gli sviluppi, i caratteri accessori; si punta alla commozione facile, all'isteria compulsiva, alle illuminazioni improvvise, alle impuntature di personalità, ad eccessi che anche al profano fanno storcere il naso.. come questo ragazzo che cresce lontano dalle sue origini e dalle sue memorie...

e un giorno, d'improvviso, riassaggiando le frittelline dell'infanzia, durante una cena indiana con degli amici, riscopre, prorompente, il “richiamo delle origini”, un'ancestrale necessità di recuperare la sua famiglia, la quale fino ad allora, gli era serenamente rimbalzata; scopre a 25 anni - nel 2010 - l'esistenza di Google Earths (?!?) e comincia a scrutare tutta l'India in ricerca del suo villaggio di nascita, molla il lavoro, gli studi, fa imbestialire la ragazza, passa le notti al pc come neanche un ludopatico seriale.

 

Il montaggio alternato intanto ci ricorda, probabilmente allungando il brodo fin troppo, le sue vicissitudini d'infanzia, perso per Calcutta, preso in cura da strani personaggi, sballottato per istituti, fino al salto in una sana, per quanto bizzarra, famigliola di tipico stampo occidentale, ricca, ariana e accorta alle tematiche di eco sostenibilità, (“non volevamo figli nostri perché siamo già in troppi sul pianeta”...), e alla crescita in parallelo assieme ad un altro bimbo indiano adottato dalla stessa coppia, questo però vagamente disturbato e fin da subito insofferente nella sua nuova collocazione.

 

Il bimbetto è stato scelto dopo infinite ricerche, fino a trovare un soggetto che riempie il cuore solo a guardarlo, in effetti; mentre il “Lion” adulto, invece, è impersonato dal protagonista di Millionaire, quello si, spettacoloso film bollywoodiano vincitore non a caso di un meritatissimo Oscar. A fine film i protagonisti reali della storia, bruttarelli e cicciottelli, vengono fatti vedere e ci rendiamo conto, davvero, di come possano cambiare i sentimenti e l'approccio affidando una storia ad un volto, anziché ad un altro.

 

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