Espandi menu
cerca
Un uomo da marciapiede

Regia di John Schlesinger vedi scheda film

Recensioni

L'autore

chinaski

chinaski

Iscritto dal 24 agosto 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 18
  • Post 51
  • Recensioni 629
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Un uomo da marciapiede

di chinaski
8 stelle

In una gelida New York assistiamo all’ incontro di due solitudini. Quella di Rico e quella di Jim. I due incarnano i poli di un’ amicizia difficile da definire. Che prende le sue mosse da fregature, incomprensioni e scazzi. Che si solidifica sotto il peso della drammaticità e delle continue beffe della vita. I due si ritrovano ad essere amici ancora prima di ammetterlo. Ancora prima di aver capito l’ importanza del loro incontro.
John Schlesinger realizza un film proprio degli anni settanta. I due protagonisti sono dei loser, incarnano pienamente il concetto di antieroe che si sviluppa in America in quegli anni. Il regista ci mette il coraggio della sperimentazione lingustica. Interrompe molte volte il flusso del tempo con flashback della vita di Jim. Durante un suo incubo, attraverso un montaggio molto serrato, il regista riporta appieno la dimensione onirica di quanto vediamo. Nella festa psichedelica in stile Andy Warhol assistiamo al trip dei due con lisergica precisione. Schlesinger incarna molto bene lo spirito del regista della New Hollywood. Attenzione al linguaggio filmico ed esplorazione delle sue potenzialità, storie di borderliner, di gente che vive ai margini, di disadattati lontani anni luce dai patinati interpreti delle storie degli Studios.
Dustin Hoffman e Jon Voight si misurano alla grande con i loro personaggi. Ma il migliore sicuramente resta Rico, con i suoi sogni di un posto caldo (la Florida) dove andare a curarsi. Un posto in cui vivere appieno la vita. La Florida diventa luogo dell’ utopia propria di quegli anni. La ricerca di un luogo nel quale vivere lontani dallo spaesamento e dall’ omologazione delle grandi città. Un luogo in cui risiede la libertà, in cui i sogni diventano reali.
Questa è la Florida per Rico. E’ l’ inseguimento dei propri sogni.
Ma bruscamente il regista ci riporta alla realtà. Ci riporta su quell’ autobus della Greyhound che finalmente arrivato in Florida ha però con se un paseggero in meno.
Forse proprio quello che voleva arrivarci più di chiunque altro.
Midnight Cowboy è un film che affascina soprattutto per l’ ideale di cinema che incarna. Per un perido che ha segnato una svolta importante, soprattutto nella cultura americana. Che ha visto per la prima volta apparire sugli schermi quelle schiere di persone che non avevano mai goduto di una propria visibilità. Insomma tutta quella gente che non aveva mai potuto raccontare la propria storia.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati