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L'uomo che ride

Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film

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La recensione su L'uomo che ride

di marcopolo30
4 stelle

Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Victor Hugo. Troppe le libertà prese però in fase di sceneggiatura che hanno finito sfortunatamente con lo snaturare il senso dell'opera che stavano portando in scena.

Seconda versione per il grande schermo de “L'uomo che ride”, romanzo francese di fine '900 firmato da Victor Hugo. La prima, realizzata in Germania negli anni '20 è considerata dai critici un capolavoro del cinema muto. Io non l'ho veduta quindi non sono in grado di fare comparazioni con questa nostrana del 1966. E restando quindi sulla versione diretta a Cinecittà da Sergio Corbucci il giudizio non può sfortunatamente essere granché positivo. Il soggetto è geniale, ma di questo il merito va solo e soltanto all'immenso Victor Hugo, la sceneggiatura, redatta da un pool di ben sei sceneggiatori (ivi incluso lo stesso Corbucci) tende però a emarginare brutalmente il romanticismo di fondo del romanzo, rimpiazzandolo spesso e volentieri con azione e violenza del tutto aliena al soggetto originale. Lo sfondo contro cui si stagliano gli eventi narrati viene poi cambiato sia in senso geografico (Italia anziché Inghilterra) sia temporale ('500 al posto del '700). Facilmente comprensibile e anche condonabile il primo, molto meno l'altro, il cui unico fine direi che fu quello di poter così inserire il nome celebremente pruriginoso di Lucrezia Borgia al plot. Un po' quello che fa la Marvel oggi con i suoi supereroi, insomma. Non contenti di ciò, Corbucci & soci hanno anche infilato (ma diciamo pure 'rifilato') un bel intervento di chirurgia estetica, peraltro riuscito meglio di una clonazione, che come tutti sanno era nell'Italia del sedicesimo secolo operazione chirurgica di routine. Fatta la tara per tale sceneggiatura inutilmente barocca, resta questo un film ben ritmato -ma d'altronde il regista capitolino era in questo un maestro- e ben interpretato da Jean Sorel (al quadrato, dopo la plastica facciale di cui sopra del protagonista) e da una splendida, amaliante Lisa Gastoni nei panni di Lucrezia Borgia. Da notare che dello stesso romanzo è stata realizzata nel 2012 una nuova versione, francese questa volta, interpretata da Marc-André Grondin, Emmanuelle Seigner e Gerard Depardieu.

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