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Uomo bianco tu vivrai

Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film

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La recensione su Uomo bianco tu vivrai

di degoffro
8 stelle

Vigoroso ed appassionante pamphlet antirazzista girato con straordinario senso della tensione da Joseph Mankiewicz. Grande, suggestivo e molto efficace il duello tra i due rivali Richard Widmark e Sidney Poitier, giovanissimo ma già impegnato in film volti a sostenere l'uguaglianza razziale contro ogni pregiudizio e violenza. Il primo interpreta Ray Biddle, delinquente di mezza tacca, razzista, violento e spietato per il quale gli uomini di colore sono solo scarafaggi da schiacciare e nulla più. Il secondo invece è un giovane dottore, Luther Brooks, che ha appena passato un esame importante e che gode della totale fiducia del direttore dell'ospedale, con il quale ha ormai sviluppato un rapporto di profonda stima, rispetto ed amicizia. L'incontro fra due uomini così lontani e diversi avviene in seguito al ferimento di Ray e di suo fratello John nel corso di una rapina. In ospedale John muore e Ray accusa il dottor Brooks di essere il responsabile della sua morte. Tutto ciò scatena nel giovane dottore paure, dubbi, insicurezze: è necessario effettuare un'autopsia sul corpo di John per provare che l'uomo è morto in seguito ad un tumore al cervello, come sostiene Luther e non per colpe di chi operava. Intanto in città i rapporti tra neri e bianchi si fanno sempre più tesi e culmineranno in una sommossa nella città vecchia a danno dei bianchi. L'innocenza di Luther verrà dimostrata dall'autopsia, ma Ray riuscirà ad evadere con il solo scopo di vendicare la morte del fratello, uccidendo colui che ritiene responsabile. Sarà necessario l'intervento di Ida, donna legata ai due fratelli Biddle da un difficile rapporto di amore odio (ex moglie di John, nonché amante e succube di Ray) per evitare l'irreparabile ed alla fine dopo uno scontro a fuoco sarà il dottor Brooks ad assicurare all'uomo bianco Ray, ferito gravemente alla gamba, che vivrà. Mai un momento di noia, una perfetta combinazione di spettacolo ed impegno, un'esaltazione dei valori della tolleranza e del rispetto, un grido contro ogni razzismo e segregazione ancora oggi attualissimo e necessario. Mankiewicz non usa mezzi termini, condanna senza appello la mentalità razzista e violenta del tempo attraverso il personaggio di Ray, a cui Widmark conferisce la necessaria antipatia e crudeltà, ma alla fine gli concede la possibilità di una redenzione e di un riscatto: quell'uomo bianco che non si sarebbe mai fatto toccare da un nero verrà salvato proprio da colui che aveva perseguitato senza ragione, solo per un odio viscerale e insensato. Toccante e coinvolgente la prova di Poitier, da sempre paladino dei diritti dei neri, intensa e vibrante Linda Darnell nei panni di Ida, che poco a poco assumerà un ruolo cruciale nello sviluppo della vicenda.
Voto: 7+

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