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Il viaggio di Arlo

Regia di Peter Sohn vedi scheda film

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La recensione su Il viaggio di Arlo

di mc 5
10 stelle

L'ho ovviamente visto il mercoledì della sua uscita nelle sale, e non avrebbe potuto essere altrimenti, posto il mio conclamato grado di devozione nei confronti di qualunque prodotto targato Pixar, sia esso più o meno impegnativo o più o meno infantile (e questo era ampiamente annunciato come iscrivibile alla seconda categoria). Ma ho aspettato oltre una settimana prima di affrontarne la recensione, per via di quella sensazione di inadeguatezza che mi assale ad ogni analoga occasione. Perchè anche la Pixar cosiddetta "sezione bambini" implica sempre e comunque un suo fascino e una propria magìa. Anche se poi devo dire che il film di cui vado a riferire può senz'altro essere apprezzato anche da un pubblico adulto, purchè questo faccia un piccolo sforzo per assumere un'ottica "bambina". E non parlo di frizzi e lazzi puerili (che quelli sono appannaggio dei terribili -li ho già dimenticati- pupazzetti gialli che non voglio neppure evocare). Il discorso è questo: in quest'opera si fondono mirabilmente i valori positivi dell'amicizia e della famiglia che sono portati in dote dalla classicità Disney, contemperati alla modernità complessa e alla tecnica superlativa della factory diretta da John Lasseter. Il risultato è una meraviglia per gli occhi e un dono per il cuore. Il top dell'animazione oggi, dunque. Certo, ovvio, non la Pixar migliore, ma sicuramente una delle migliori. A sintetizzare poi l'apporto Disney unito a quello Pixar, una irresistibile (ho pianto, non molto, ma ebbene sì in un paio di occasioni ho ceduto) tenerezza di fondo, qualcosa che non possiede nulla di ricattatorio o di ruffiano, bensì qualcosa che attiene alla natura umana e alle sue insopprimibili reazioni emotive. il film è una meraviglia e si merita tutto il successo che sta incassando al botteghino. Io l'ho visto un paio di volte, va da se' in (multi)sale gremite di bambini che in entrambi i casi hanno salutato i titoli di coda con vivaci applausi collettivi. Cercherò di limitare al minimo riflessioni e considerazioni sulla vicenda narrata, perchè mi auguro che anche quei pochi che ancora non lo hanno visto, pongano tutti presto rimedio a questa lacuna. In estrema sintesi è il racconto di formazione di un piccolo dinosauro (Arlo) che si trova a lottare in un mondo preistorico aggressivo ed ostile contro le forze malvage della natura e contro animali prepotenti, unendo le proprie energie e risorse a quelle di un piccolo umano selvatico (all'inizio sembra quasi un cucciolo di cane), Il tutto su uno sfondo naturale di una bellezza inimagginabile, dove lo staff PIxar ha dato il meglio del suo meglio, ricostruendo in digitale panorami e scenografie da mozzare il fiato (montagne, fiumi, cascate e quant'altro). Il genio di Lasseter e dei suoi ha poi voluto imprimere alla vicenda una cadenza (anche musicale) dal geniale sapore western, arricchendola con immagini e situazioni da paesaggio di frontiera. Il finale è commovente ed esalta il valore della famiglia, ma con molta dignità, evitando derive dolcificate o melense. Quindi con buon gusto ed eleganza. Una meraviglia, un gioiello di tenera fantasia e di affettuosa serenità. E, se posso far parlare la mia anima cinefila, io credo che il vero appassionato di cinema non è quello che "va per generI". Non so fino a che punto io possa fare testo, ma personalmente apprezzo un'opera tenera come questa almeno quanto le ardite incursioni di paradossale violenza cui ci ha abituato un Maestro come Tarantino. Perchè il buon cinema sa regalarti emozioni di ogni matrice e di qualunque origine. Si ride e si sorride -da bambini e come i bambini- vedendo il dinosaurino terrorizzato inseguito da un branco di galline. E' una magìa. PS: la direzione è affidata a Peter Sohn, già tra gli animatori di "Ratatouille" e "Gli Incredibili" e tra i collaboratori di "Up".(non so se mi spiego). Annotazione finale ma importante. Solito corto di introduzione. Una chicca di genialità visionaria che ci regala suggestioni tra lo psichedelico e lo spirituale, oltrettutto con retrogusto multietnico. Correte al cinema, se non lo avete già fatto.

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