Regia di Joe Dante vedi scheda film
Horroraccio di serie B decisamente sopravvalutato, ha il solo merito di aver mostrato alcune tra le scene di mutazione più efficaci di sempre. Certo, è dura trattener le risa quando un critico come Paolo Mereghetti (ancora lui..) arriva ad affermare - senza alcun intento comico, pare - che le tante trasformazioni licantropiche presenti nel film avvengono "senza montaggio" (!) Evitiamo, in questa sede, di voler sondare l'insondabile, limitandoci semmai a riconoscere un sincero plauso all'ottimo truccatore Rob Bottin, assistito nell'occasione dall'allora giovanissimo Rick Baker, destinato a divenire in seguito il più grande maker up della storia hollywoodiana. Per il resto poco da segnalare: trama banalissima, maschere da lupo mannaro di gran lunga più espressive degli attori, tante lungaggini e un bel po' di noia. Carino il finale, a patto che non si azzardino ardite teorizzazioni circa una presunta (in realtà inesistente) intenzione critica nei confronti dello strapotere dei 'mass media'. Splendido il riassuntino che Sky fa del film, che suona più o meno: "Giovane donna aggredita da un maniaco si reca in clinica per superare un esaurimento nervoso. Scoprirà che tutto il personale è costituito da licantropi. Ciò non l'aiuterà a guarire." Che dire, decisamente meglio della sceneggiatura stessa del film (a cui mise mano nientemeno che John Sayles!). Assai curioso, infine, che dopo cotanto sfoggio di straordinari effetti speciali e make up agghiaccianti, nel finale della pellicola un hamburger chiesto "al sangue" venga in realtà servito stracotto! Autoironia meta-cinematografica o piastra non anti-aderente..? Ai posteri...
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