Regia di Samuel Benchetrit vedi scheda film
Il Condomini dei Cuori Infranti (in originale Asphalte) ci trasporta all'interno della piccola comunità di solitari che abita un cadente ed anonimo palazzone nella grigia periferia di una città francese. Più che “cuori infranti”, infatti, il condominio alberga “cuori solitari”, dato che i personaggi conducono un'esistenza isolata, e pertanto triste, in cui l'incontro con un elemento “esterno” a quel microcosmo, ma altrettanto solo, sarà la fortuita occasione per riempire il vuoto che la vita ha creato nelle loro esistenze.
Il film intreccia tre storie di uscita dall'isolamento affettivo di inquilini del condominio. La signora algerina Hamida con il figlio in galera è ben contenta di ospitare l'astronauta americano precipitato dallo spazio (altro luogo di assoluta solitudine), con cui, superando le barriere linguistiche, instaura da subito un rapporto “materno” fatto di premure e cous cous.
L'adolescente che a suo dire vive con la madre (che però non si vede mai, pare effettivamente che sia senza genitori) e l'attrice anni 80 ormai decaduta che si trasferisce nell'appartamento di fronte, e troverà nel ragazzino una spinta verso un riscatto personale e professionale.
Il signor Sterkowitz, l'inquilino del primo piano che aveva appena rifiutato di pagare per la riparazione dell'ascensore rimanendone quindi escluso dall'utilizzo, che per un destino beffardo si trova subito dopo immobilizzato su una sedia a rotelle; la tristezza di un uomo che rimane solo ed abbandonato anche nel momento del massimo bisogno di assistenza e costretto pure utilizzare soltanto di notte e di nascosto l'indispensabile ascensore, perseguitato da una sfortuna accanita, grazie all'incontro notturno con una timida infermiera del vicino ospedale riuscirà, spacciandosi maldestramente come affermato fotografo, a trovare un'anima gemella.
Ottimo il cast: Gustave Kervern (il signor Sterkowitz), Valeria Bruni tedeschi (l'infermiera), Michael Pitt (l'astronauta John), Tassadit Mandi (la signora Hamida), Jules Benchetrit (l'adolescente) e Isabelle Huppert (l'attrice Jeanne), che insieme all'originale sceneggiatura fa sì che i personaggi ci entrino subito nel cuore, facendoci parteggiare per la dolce tenacia con cui si danno una possibilità di uscire dal bozzolo in cui la vita sembra averli rinchiusi.
Il film, minimalista e a tratti surreale, ci strappa molte risate con una serie di situazioni buffe ed assurde (la serie di allucinanti sfighe che si abbattono su Sterkowitz, le sue foto di cieli televisivi, le surreali telefonate dell'astronauta alla NASA, gli spoiler della telenovela di cui Hamida è appassionata), ma è permeato di malinconia nel raccontarci un mondo di solitudini, e di commovente dolcezza nel mostrarci come esse pian piano si aprono all'incontro con l'altro, tramite un piatto di cous cous da condividere, un vecchio film da (ri)guardare insieme, un ritratto fotografico da scattare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta