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The Hateful Eight

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Hateful Eight

di mck
9 stelle

Western-whodunit-kammerspiel in cui (mentre l'eco della Guerra Civile di Secessione si spegne ma il cadavere di Lincoln è ancora caldo nelle menti e nei cuori dei reduci dai due fronti: volontari o mercenari riciclati o confermati sceriffi, banditi o cacciatori di taglie) un bocciolo di panda con ciaspole a guisa d'ali lotta per la propria libertà.

 

[ ©DeviantArt - @Ruggt --- Stallo ( molto mobile ) alla messicana ( nel Wyoming ) ]

 

Nota preliminare : questa non-recensione [ licenziata in forma ridotta per venire incontro ai cinespettatori italici ( tedeschi e giapponesi ) penalizzati dalla ridotta capacità mentale di chi preferì sceglier la metà di piovoso in vece del finir di frimaio, quasi nevoso, e al contempo tentati dallo stesso ( gola profonda e/o inside man ) screener leaked - la copia-campione trapelata - che ha colpito anche Alejandro González Iñárritu assieme ad altri così come capitò alla prima parte della 5a stag. di "Game of Thrones" ] NON contiene spoiler, ma ad ogni modo il simbolo “!” l'ho comunque inserito ugualmente ( “un amico di penna è praticamente un amico” ).


( Western : scorrerà il sangue )

The Hands and the Ropes That Build America.

“ Lor signori? Gentiluomini! So che gli americani non sono propensi a lasciare che piccolezze come una resa incondizionata intralcino una buona guerra, ma suggerirei di non reinscenare la battaglia di Baton Rouge alla merceria di Minnie, durante una tormenta. ” - Mr. Orange

Western ( di reduci - volontari, coscritti, disertori e mercenari - dai due fronti della Guerra di Secessione - ch'è terminata da un po' - riciclatisi o confermatisi come sceriffi, banditi o cacciatori di taglie, mentre il cadavere di Lincoln è ancora caldo nelle loro menti e nei loro cuori ) - Whodunit ( gioco - al massacro - da tavolo, da diligenza, da locanda, da botola, da trappola, da cappio, da forca ) - Kammerspiel ( dai dialoghi però fittissimi e serrati spalmati senza un attimo di tregua sulle tre ore lungo le quali si dipana ) suddiviso in 6 capitoli e girato in anamorfico Super 65-70mm Ultra Panavision ( gli orizzonti non affollano la prospetttiva, non ci sono treni o serpenti o funerali che possano giustificare il 2.76:1, ma un bel paio di tiri a sei si però. E come in "the Master" e "the New World", tanti primi piani a specchiarci nel viso, nell'anima, nel volto, negli occhi, nella faccia degli altri ) che prende avvio da una crocefissione fulleriana [ "the Big Red One" : altro continente, altro secolo, altra guerra sfinita/infinita ( la WW1, ché subito c'è da lasciare spazio e tempo per la WW2...), senza formiche rosse ( in B/N ) ad annidarsi brulicando negli occhi incavati e scavati nel legno ] - piantata nella coltre di ghiaccia neve ( protagonista, comprimaria, deus ex machina, accessorio : the Revenant, A.G.Inarritu, 2015 - Essential Killing, Jerzy Skolimowski, 2010 - Dances with Wolves, Kevin Costner, 1990 - Pale Rider, Clint Eastwood, 1985 - Jeremiah Johnson, Sidney Pollack, 1972 - McCabe & Mrs. Miller, Robert Altman, 1971 - Little Big Man, Arhur Penn, 1970 - il Grande Silenzio, Sergio Corbucci, 1968 - Day of the OutLaw, André De Toth, 1959 - the Searchers, John Ford, 1956 - the Last Hunt, Richard Brooks, 1956 - the Tall Men, Raoul Walsh, 1955 - the Far Country, Anthony Mann, 1954...) che tutto ammanta di gelo sferzante e blizzard in arrivo - degna di Matthias Grünewald, con innesti fruttiferi di splatter-slapstick & gore/pulp/grandguignol-screwball.

 

( Western : una porta, una finestra, un percorso sicuro verso una cacata tranquilla )


A Prairie Home Companion.

 

" Quando lo Stato si prepara ad assassinare, si fa chiamare patria. " - Friedrich Dürrenmatt  


Quentin Tarantino si è fermato : l'a ritroso nell'epoche umane, che lo aveva fatto passare dalla grigiastra cenere ( non dei campi ma ) di celluloide e dal nero fumo d'arrosto nazi messi a ben gremare ai - cambiando continente e attraversando l'Atlantico lasciando il Vecchio per il Nuovo - candidi fiocchi di filabile e raccoglibile lanugine bianca ( ora spruzzati da vistosi e viscosi sbocchi scarlatti e vermigli di tingente emoglobina separata dai propri collassanti corpi crollati al suolo ) formatisi attorno ai semi nei campi di cotone dove schiocca il rintocco delle fruste sferzate sulla pelle luccicante di sudore al sole, trova in quel dato spazio e tempo humus fertile per un'altra storia : passa qualche anno ( rispetto al 1858 di Django ), e la guerra è finita -{ nel 1865, ovvero da circa due lustri o una dozzina d'anni rispetto all'attuale scalpicciare ovattato di zoccoli nella pista di neve un poco battuta che si fa via via più percettibile - mischiato alla marcia morriconiana così beffarda e plumbea - mentre la MdP si allontana dal cristo ligneo in croce di pietra - che sembra quasi stare lì, messosi ritto un poco storto, dal MedioEvo [ da questo PdV quasi come l'architettura ecclesiale in disfacimento ( Roanoke-Croatoan style ) di "the Revenant" ] - ''comprendendolo'' meglio nel quadro sergioleoniano }-, rimane solo da gestire il ''dopoguerra'' ( giustizia sommaria, giustizia di frontiera ) : siam giunt'infine alle innevate vette e pianure del Wyoming post Guerra Civile d'altri cerei fiocchi più simmetrici e riflettenti m'altrettanto lattei ricoperte, e sempre di sangue schizzate, bagnate, intrise, cosparse, inzuppate e tinte da questo profluvio di porpora e cremisi, dove un tenero bocciolo [ a proposito di white-snow e red-blood stripes ( ai quali QT espunta - del tutto consapevolmente - gli ultimi due versi, non dedicandoli alla povera Daisy "Fior di Melo" Domergue : "I'll fall in love with you / I think I'll marry you" ), non un'ombra di stella ma i cavalli al sicuro in stalla ] di panda carnivoro ( "...let me see your pretty little smile..." ) in acciaio temprato ( "Lots of girls walk around in tears / but thats not for you" ) che porta il nome di ( una strepitosa ) Jennifer Jason Leigh [ già Corpo filmico di Carne e Sangue - più o meno votato al martirio : è cresciuta proprio bene ( per interposta persona ) la dolce Carrie - per Paul Verhoeven, George Armitage, Robert Altman, David Cronenberg, Jane Campion : cosa ci fa un angioletto come lei in un posto simile ? ] con due ciaspole... 

 

 

...per ali sta snarigiando sull'immacolata e soffice coltre gelata.

Fermandosi, è tornato a "Reservoir Dogs" : s'è chiuso un cerchio : speriamo che il veleggiar d'inerzia nella bonaccia conquistatasi con limpido e furibondo merito gli venga a noia e che questo ritorno alle origini produca il giusto abbrivio e colpo di fionda per la prossima opera. 

 

( Western : una linea d'orizzonte )


Ten Little Niggers. Indians. Statunitensi. In the Mouse Trap.


" Un uomo che si rispetti non ha patria. / Non si abita un paese, si abita una lingua. Una patria è questo, e niente altro. " - Emile Cioran


Il Twist in flash-back del 5° capitolo a ¾ può sembrare una forzatura

 

[ il 4° invece inizia con un ReCap dopo il lungo intervallo della RoadShow Version ( per un minimo approfondimento leggasi : //www.filmtv.it/playlist/50919/e-le-fiscion--in-differita-dalla-x-factor-arena/#rfr:user-47656 : l'Ouverture di “How to Marry a Millionaire” e gli intervalli atti a mantenere l'atmosfera di “Ben Hur”, “Cleopatra”, “2001 : a Space Odyssey” ) ed introduce una voce off ( QT stesso ) che scomparirà così come apparve ],

 

o persino ( con una doppia incomprensione semantica ) un ''adeguarsi'' agli stilemi della serialità ( QT stesso ha dichiarato di aver tratto ispirazione dalle serie western di fine anni '50 - inizio '70 : DeadLine ) dei network televisivi e web ( cavando fuori dal nulla, a metà inoltrata del racconto, un personaggio ''nuovo'' : pur sempre una sorta di ''salto dello squalo'' è ), quando in realtà è propria non solo del cinema sin dai suoi albori, ma della narrazione ( non solo arte audiovisiva, ma arte del racconto tutta : stessi alfabeto e semantica, differenti grammatica e sintassi ) nel senso più ampio, onnicomprensivo ed eterogeneo del termine [ chi critica tout court la serialità non conosce né la serialità né il cinema, né tanto meno e viepiù via via a ritroso nel tempo e in avanti verso l'origine : pittura e scultura, musica e teatro, letteratura e filosofar attorno al fuoco davanti (dentro/fuori) alla caverna platonica ]. E' un espediente, un trick ( alla Maggiore Marquis "BlowJob" Warren, per intenderci ), del tutto lecito : dipende da come lo s'inserisce e incamera nella struttura narrativa, e da come lo si utilizza e sfrutta, e quali senso e significato ulteriori ( non solo metacinematografici ) se ne ricavano. 

 

( Western : una pista da seguire )


Zoe in the Pit.

 

" Il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie. " - Samuel Johnson 


Questo western da camera -{ merceria/emporio/drogheria/locanda/osteria ''di confine'' [ o, ancora : staging/coaching inn/house : dalla diligenza (stagecoach) con tiro a sei al teatro (stage) con tanto di botola e ribalta ( buca del suggeritore e golfo mistico ) nell'assito del palcoscenico. Insomma...un Evil Dead...] e ultimo avamposto/punto tappa di ristoro/stazione di posta ( proprietà e gestione della cara, dolce Minnie, che col tempo ha imparato ad amare i cani ma non i...) sulla strada per Red Rock : un haberdashery dello spirito, della psiche, della Nazione }- non raggiunge ( per forza di cose, sia volute che preterintenzionali, di forma più che di sostanza ) la statura di "Inglourious Basterds", ma può d(efin)irsi buon compagno di viaggio per "Django Unchained" : le sue tre ore risultano essere, rispetto a quelle del film precedente, altrettanto ma diversamete compatte, grazie ai dialoghi ma soprattutto alle interpretazioni --{ Walton Goggins autentico mattatore "in minore" con un accento e un'inflessione che di per loro valgono un ipotetico sovrapprezzo del biglietto; Samuel L. Jackson in...maggiore (letteralmente), controcanto al suo Stephen in Django : liber(at)o(si), selvaggio e civilizzato, e affrancatosi al Destino Manifesto della Nazione; Kurt Russell che - nei primi minuti - fa in tempo a dire "What a F...?..." e poi fa in tempo a dire "the Coffee!"; Bruce Dern convitato di pietra ( lapidante, lapidato e lapidario : quando chiama Kurt Russell "Hyena" si crea un cortocircuito spazio-temporale e un buco nero con affaccio s'un universo parallelo compare...ma solo sopra l'Italia ); Demián Bichir - from Libano to "Weeds" across the Mexico - che alla fine ce la fa a portare a casa una "Silent Night" come si deve; Michael Madsen che fa Michael Madsen, ovvero un Elvis Presley/John Wesley Hardin mammone, e non è da tutti; Tim Roth che fa Christoph Waltz o l'incontrario ( questa è cattiva, ma vera, ed è un complimento, ad entrambi ); James Parks buon, caro O.B., e Channing Tatum [ il quale doveva pur sbucare prima o poi, essendo il suo nome comparso bello in grande sui titoli di testa : è lui quel ¼ in più che va ad aggiungersi agli odiosi otto nell'odios'ottavo ( senza frazioni accluse ) film di QT, ché l'autore parrebbe aver ''rinnegato'' il proprio episodio di "Four Rooms", non considerandolo ( con gli episodi per "E.R." e "C.S.I." e la scena in "Sin City" dell'amico R.Rodriguez ) come facente parte a pieni titolo e diritto della sua...Opera Omnia ], jolly truccato più che deus ex machina. Mentre di Jennifer Jason Leigh s'è già detto tutto il bene ( meritato ) possibile : si può aggiungere che la sua versione solista e acustica alla chitarra di "Jim Jones (at Botany Bay)" rivaleggia con quella del Bob Dylan di "Good as I Been to You" : attenzione però all'ultimo verso [ in realtà nella ''versione originale'' trattasi si dell'ultimo verso, ma della prima quartina dell'ultima delle tre coppie di quartine - quindi della penultima quartina - che compongono la ballata ( l'inversione delle quartine avviene anche per la seconda coppia, ma trattandosi di folk music le licenze poetiche sono d'obbligo e...popolari ) ], che Daisy Domergue riscrive apposta per John ''the HangMan'' Ruth...il quale non gradisce molto anzi ben poco la riscrittura/reinterpretazione della strofa e non accoglie benissimo la variante, anzi molto male, o meglio, per rimanere in assonanza, non la prende per il verso giusto, trasformandosi per un momento ("Music Time is Over!"), un attimo appena, in un altro John, "Bluto" Blutarsky, parafrasandolo però per il verso sbagliato }--, tutte, da urlo. 

 

( Western : un percorso, una linea, una pista, una traccia, un sentiero, un rivolo di sangue )

 

"Startin' to see pictures, ain't ya?" - Major Marquis Warren


Quentin Tarantino scrive in totale solitudine e indipendenza ( of course / ça va sans dire ) il suo 8° film ( e ¼ ) : la sua opera più scopertamente politica ( "Jackie Brown" - forse ad oggi il suo capolavoro - lo è altrettanto, ma al suo interno scorre una profonda vena primariamente anarchica, hustoniana e new hollywoodiana ) ed amara ( "Inglourious Basterds" invece - che con "DeathProof" si contende i restanti gradini del podio - è un'ucronia utopica ''dolciastra" ), corazzata di retorica -[ "i bianchi sono al sicuro solo quando i negri sono spaventati" ( Sceriffo Chris Mannix - Bianco, Confederazione ) Vs "l'unico momento in cui i negri sono al sicuro è quando i bianchi sono disarmati" ( Maggiore Marquis Warren - Nero, Unione ) : e la sottile, altalenante, incredibile alleanza temporanea che s'insinua instaurandosi tra i due, continuamente sull'orlo del crollo, del collasso e della ridisposizione delle forze in campo è uno degli elementi meglio costruiti dello script ]-, ma non per questo meno incisiva; Robert Richardson dietro alla macchina da presa e davanti alla tavolozza non ha bisogno di presentazioni : col regista esplora ogni anfratto, pertugio, vista panoramica a imbuto e dagli spigoli costringenti, prospettiva ed angolazione possibili e a disposizione, senza mai cedere al compromesso del ''gusto'' fine a sé stesso, e assecondando il subisso di Logos in echeggiante riverbero mai logorroico né ridondante; Fred Raskin, che dopo qualche Fast & Furious è stato ''sdoganato'' e portato alla ribalta proprio da QT con Django, è qui reduce da “Bone TomaHawk” e porta a casa la pagnotta ( qualche piccolo errore di continuità tra i campi lunghi e medi e tra i piani americani e i primi piani bruscolinizza la visione ); Ennio Morricone non fa il film, non ne è l'altra metà ( l'altro terzo, suvvia ) del cielo come con Leone, ma s'amalgama ottimamente al fluire del racconto compiendo una mimesi sonora invidiabile e significativa [ prendendo l'argomento dal verso opposto si potrebbe invece obbiettare che, a parte durante il prologo/titoli di testa ( davvero rimarcabile ), il suo contributo tenda a...''sparire''. Nota : alcuni brani musicali sono stati recuperati dal pavimento della sala di montaggio di "the Thing", e il film del 1982 di John Carpenter viene subito in mente assistendo ad H8ful, ma è un'assonanza quasi puramente superficiale : il luogo chiuso, il nemico invisibile, l'assedio, il freddo e il gelo, il futuro Snake Plissken... E certo a tal riguardo bisogna pensare anche ad Howard Hawks e Christian Nyby... L'alieno, qui, si chiama "Homo homini lupus" ]; la premiata ditta composta dalla coppia Greg Nicotero & Howard Berger e da John Dykstra non si batte.


( Western : there will be blood )

 

SweetHeart Like You.

 

" They say that patriotism is the last refuge / To which a scoundrel clings " - Bob Dylan


Zoe Bell è adorabile. Gli Stati Uniti d'America sono nati ( il loro corpo mistico è trasceso e s'è incarnato : dal corpo ligneo crocefisso al corpo carnale appeso impiccato ). Roy Orbison ci...rassicura (in un'opera nella quale tutti mentono, nascondono, fingono, celano, e in cui l'ambiguità è ostentata, ma non si annulla - riducendosi a pretesto narrativo - con l'inflazionamento verso cui è spinta: il discernimento, l'intuizione e il ragionamento in tH8 sono alla base del film stesso, costituiscono la sua nervatura costante, mettono in scena il rapporto con la Storia, col nostro presente: la comprensione che tH8 riguarda tanto il "politico" quanto l'assoluto non arriva con un bang, o con la reiterazione, ma con un rantolante lamento terminale, morale) : There Won't Be Many Coming Home (quand'ormai però tutto è finito ed è troppo tardi...).

 

E, mentre una falsa lettera più vera del vero --- ma ciò non importa ( nemmeno foss'anche accertato l'improbabile contrario, invertendo e sovvertendo il reale per l'ennesima occasione ) perché ( parafrasando Maxwell Scott ) : "This is the Agorà, the West, the Congress, the WWW, sir. When the legend becomes fact...print the legend" --- viene declamata un'ultima prima volta raccogliendo in un abbraccio d'inchiostro cinabro e carminio i nostri ringo-boy, i due nuovi migliori amici sulla faccia della Terra, ecco che - in una Mise ( ''messa'' [sic], si, ma laica ) en Abyme in contro-plongée ad emergere inabissandosi in tutto quel rosso e giocando con la classicità dei campo-controcampi - John Ruth ancora quasi riesce a tenere per mano la sua Daisy Domergue. 

 


Ora, non rimane che godercelo al Cinema.
Sarà tutto un altro Film.

Attenzione però agli schizzi, ai fiotti, ai geyser, alle cascate di sangue.

E che qualcuno, quando passerà di lì, pensi ai cavalli. 

 

* * * * ¼ (½)  -  (9)
 
“Ol' Mary Todd is calling, so...I guess it's time for bed”.      

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