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Irrational Man

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Irrational Man

di sasso67
6 stelle

«Che fa, signor Allen, spinge?»

 

Con Irrational Man, Woody Allen torna su uno dei suoi vecchi pallini, ovvero la filosofia, e su come essa possa aiutare l'uomo ad affrontare la realtà. Il paradosso, filosoficamente parlando, è che il meno preparato a comportarsi secondo i dettami della nostra società è proprio il filosofo, l'uomo irrazionale del titolo, uno che nelle sue lezioni universitarie e probabilmente nei suoi libri mette in ridicolo l'etica kantiana, in quanto incapace di reggere il confronto con la realtà. A fare da spalla a questo propugnatore del gesto concreto che, solo, può incidere positivamente sulla realtà, è una brillante studentessa, un po' annoiata dalla propria normalità, che cade preda del fascino irregolare di questo professore depresso, dedito all'alcol e sessualmente sulla soglia dell'impotenza.

 

Forse un po' materialista e di qualche tendenza nietzschiana, il prof. Abe Lucas ascolta di straforo una conversazione nella quale una donna divorziata si lamenta di un giudice che arbitrariamente vuole privarla della custodia dei propri figli e decide di eliminare l'indegno magistrato. Datosi questo obiettivo, il docente riacquista voglia di vivere, energia vitale e perfino vigore virile, fino ad iniziare una relazione con la propria studentessa. Se non che quest'ultima si rivela più brava a scoprire gli assassini che non a trovarsi il fidanzato giusto e, per di più, si verifica l'imprevisto che la polizia arresti e metta sotto accusa un innocente, che rischia per questo il carcere a vita.

 

Irrational Man non è, a mio parere, uno dei migliori lavori di Woody Allen, anche se si eleva nettamente rispetto a pastrocchi come Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni (2010), Midnight in Paris (2011) e To Rome with Love (2012): peccato che, al momento di tirare le fila della narrazione, il regista non sappia fare di meglio che affidarsi ad un oggetto (una sorta di pratico MacGuffin) che la incanala verso una conclusione la quale ricorda da vicino quella del Vedovo (1959) di Dino Risi.

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