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Revenant - Redivivo

Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film

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La recensione su Revenant - Redivivo

di giansnow89
9 stelle

L'angosciante battaglia per la sopravvivenza e la vendetta di un uomo che è morto dentro.

Revenant rappresenta un superamento di tante distopie (alcune anche discretamente ripetitive) in cui viene preconizzata la fine della civiltà, dell'uomo, del mondo. Qua non c'è nessun futuro post-apocalittico. E' una storia vera, e, malgrado siano tante le leggende sorte attorno alla figura dell'esploratore Glass, è, senza ombra di dubbio, almeno vero il contesto in cui è ambientata. Revenant è un'esaltazione iperrealistica dell'istinto primordiale di autoconservazione. Non c'è personaggio che non lotti per conquistare ogni giorno la sua sopravvivenza. Ogni mezzo è lecito nella battaglia per non soccombere. Homo homini lupus. Il villain Fitzgerald è solo la punta dell'iceberg, l'estrinsecazione più evidente di questa lotta senza quartiere: umano, troppo umano, nella sua avidità, con cruda limpidezza ci esplicita che per lui la vita sono le pelli, il denaro, il potersi trascinare avanti grazie al frutto del suo lavoro. Fitzgerald si fa odiare, ma non si fa biasimare: in non pochi avremmo agito come lui. Viceversa, Glass conosce attimi di altruismo e conserva vincoli di coscienza, che si scontrano fatalmente col suo attaccamento alla vita. Rimane vicino al figlio morto, promette che non lo abbandonerà mai: vana utopia, perché infine più del dolor, potè la vendetta. La vendetta è egoriferita, è gesto di orgoglio, non di amore: il solito Fitzgerald rammenterà a Glass che non riporterà indietro suo figlio. Glass salva anche la donna Arikara dallo stupro, ma lo fa per creare scompiglio nell'accampamento francese e guadagnare un cavallo. E non era forse lo stolto e incosciente resistere di Glass che dopo l'assalto del grizzly stava mettendo a repentaglio la vita di tutti i componenti della spedizione? Glass è solo una versione più edulcorata di Fitzgerald, ma non è da lui diverso. Il solo gesto di autentico e disinteressato slancio affettivo è proprio quello della femmina di grizzly verso i suoi cuccioli: l'istinto che non si piega alla bieca razionalità umana. E Glass non esita comunque a interrompere il commovente quadretto materno conficcandole un coltello nella giugulare. 

 

Nella natura matrigna di Iñárritu gli illusori e minimi frammenti di vita degli esseri umani sono delegati ad affetti e oggetti esterni. Il resto è un intimo sopravvivere e sopravviversi, pervicace ma a fondo perduto. Revenant è anche l'interpretazione che è valsa a DiCaprio il primo Oscar come miglior attore e va ringraziato per il solo fatto di averci risparmiato altri anni di stucchevoli meme e gif su facebook. A parte questo, l'intera pellicola gira attorno al personaggio di Leo DiCaprio, è un suo one man show silenzioso e intensissimo: gli altri interpreti sono ridotti al rango di bravi comprimari. Inevitabile anche l'Oscar per la miglior fotografia, glaciale, arida, impietosa, severa. Incomprensibile l'Oscar 2016 come miglior film al mediocre e insinuante Spotlight, non se in gioco c'era uno dei più spettacolari pezzi autorali dell'ultimo decennio quale Revenant.

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