Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Alla resa di Geronimo nel 1886, il guerriero Massai decide di continuare la lotta: evade dal treno che lo porta in Florida, attraversa mezza America (con sosta a St. Louis, dove scopre la civiltà che avanza) per tornare nella sua tribù, viene catturato grazie al tradimento, fugge di nuovo e diventa un vendicatore rabbiosamente solitario. Il finale, indiscutibilmente accomodante, non mi sembra però fuori luogo: oltre ad essere tutto sommato quello ‘giusto’ per le attese dello spettatore, è apprezzabile il fatto che a una data così alta indichi la possibilità di una convivenza pacifica. Dalle parti di Hollywood cominciavano ad affiorare i primi sensi di colpa per il trattamento riservato ai nativi, che qui sono infiacchiti dall’alcool come Santos, o costretti a diventare rinnegati come Hondo, o ammansiti come i Cherokee, che si sono messi a praticare l’agricoltura e hanno adottato le usanze dei bianchi (anche se poi sarà questa la soluzione indicata). Nulla da dire sulla credibilità di Burt Lancaster, ma per trasformare in indiana una wasp come Jean Peters, che non aveva certo l’aspetto esotico di Debra Paget, il truccatore deve aver fatto miracoli.
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