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Captain Fantastic

Regia di Matt Ross vedi scheda film

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La recensione su Captain Fantastic

di andenko
5 stelle

Forse si doveva raccontare la storia dal punto di vista di uno dei figli. Così, invece, senza coinvolgimento emotivo, tutta l'impalcatura crolla. Se non altro il film offre un messaggio chiaro, per chi lo vuol vedere: per risolvere tutti i problemi bisogna allevare galline. Cot, cot. Voto: 5,5.

George MacKay, Charlie Shotwell, Samantha Isler, Nicholas Hamilton

Captain Fantastic (2016): George MacKay, Charlie Shotwell, Samantha Isler, Nicholas Hamilton

Nella struttura classica il film è diviso in tre atti, i quali con le loro tensioni interne costruiscono la storia e consentono ai protagonisti di compiere "l'arco del personaggio", cioè di maturare e trasformarsi, diventando diversi rispetto a ciò che erano all'inizio. Ogni atto deve assolvere ad alcuni compiti specifici, pena il fallimento del coinvolgimento emotivo dello spettatore. Nel primo atto, ad esempio, conosciamo il mondo della storia (il c.d. status quo) e si crea il legame emotivo coi protagonisti, che ci porta inconsapevolemente a fare il tifo per loro, scordandoci che è una storia di fantasia.

Purtroppo, il primo atto de "Captain Fantastic" fallisce l'obiettivo.

Da un lato, riesce superbamente a rappresentare lo status quo, attraverso la mirabile sequenza della caccia al cervo e le altre attività nella foresta. Dall'altro, però, il legame emotivo non scatta mai. Il padre protagonista è troppo ottuso, fanatico ed egocentrico perché lo spettatore possa affezionarsi. D'altronde, se non fosse così radicale, non potrebbe compiere un arco del personaggio degno di nota.

Insomma, il problema sembra insolubile e infatti il film non funziona. Nei suoi goffi tentativi di contestare la società consumistica, ricorda quei volenterosi pensatori che pretendono, su Facebook, di convincere qualche leghista delle malefatte del loro Capitano (la coincidenza dei nomi è casuale).

Forse si poteva provare a raccontare la storia dal punto di vista di uno dei figli. Così, invece, senza coinvolgimento emotivo, tutta l'impalcatura crolla. Anziché appassionarci per i loro obiettivi, che ci sembrano assurdi (come ad esempio "salvare" il cadavere della madre da un funerale cristiano), si arriva addirittura a tifare contro il protagonista, auspicando che questo deleterio Captain Fantastic tolga il disturbo il prima possibile. Perfino il suocero neo-con pare un'alternativa preferibile.

E così, senza molti sussulti, si arriva a un finale consolatorio, forse solo immaginato.

Se non altro il film offre un messaggio chiaro, per chi lo vuol vedere. Per risolvere tutti i problemi, bisogna iniziare ad allevare galline. Cot, cot.

Voto: 5,5.

 

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