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Going Clear: Scientology e la prigione della fede

Regia di Alex Gibney vedi scheda film

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La recensione su Going Clear: Scientology e la prigione della fede

di Utente rimosso (SillyWalter)
8 stelle

Degenerazione dell'immaginazione. Ovvero: le scadenti idee di uno scrittore di fantascienza di serie B danno vita al culto prediletto da chi ha perso il contatto con la realtà vivendo e lavorando nella società dello spettacolo. (Sul nostro stesso pianeta, ci credereste?)

  

       Ripercorrendo il gustosissimo documentario di Alex Gibney si ha la tentazione di vederlo un po' come il figlio deforme dei migliori incubi americani (non mi spingo fino a giudicarlo una fotografia esaustiva degli USA, ma di certo é una foto che non potrebbe essere stata scattata in nessun altro posto). GOING CLEAR è la storia di una ricerca ossessiva e spregiudicata di ricchezza e potere, di come si fondano i culti della personalità, di una "normalità aliena" fatta di mode spirituali, credulità, divismo, megalomania e strategie pubblicitarie, una storia talmente più grande di quel cinema più grande della vita che a inventarsela nessuno se la berrebbe. Anzi, aldilà dei giri di parole, l'essenza irripetibile di GOING CLEAR è proprio che i confini tra realtà e finzione sembra siano stati definitivamente aboliti. Cosicché all'inizio, quando dopo aver sentito parlare gli ex indottrinati Paul Haggis e Jason Beghe vediamo Tom Cruise su un palco con al collo un pataccone dorato ("la medaglia al valore della libertà", massima onorificenza scientologica) mentre con modi e faccia da Tom Cruise scandisce la sua battuta ad effetto a una marea di scientologists : "Lo vogliamo ripulire questo posto? (ndr: il mondo)" e poi si volta verso il santino gigante di Ron Hubbard e gli fa il saluto militare allora, ricordando che non è fiction,  non possiamo che sentirci riconoscenti nei confronti degli Stati Uniti per essersi offerti di testare le più innovative e spettacolari malattie mentali. 

 

I leaders: Tom Cruise e David Miscavige

 

        Il documentario di Gibney trabocca letteralmente di informazioni, riempie due ore di visione ed è costretto alla sintesi in più di un'occasione (per un'appendice divertente andatevi a cercare tutte le vanterie di Hubbard, meriterebbero una serie tutta loro). I testimoni chiave intervistati su questo ormai settantennale fenomeno sono talmente tanti che non mi sembra sia rimasto spazio al regista per impostare un qualsiasi tipo di taglio personale o per seguire piste incerte infiorettate di ipotesi avventurose. E questo, se vogliamo, ci parla dell'aspetto più assurdo della vicenda scientology: con 70 anni di ridicole e vistose balle e crimini acclarati scritti in fronte è ancora una setta viva e libera di plagiare famiglie e circonvenire incapaci, con il suo status tax-free di religione (garantito dal governo...il film spiega perché) che le ha oramai consentito di superare i 3 miliardi di dollari di patrimonio. Una mafia fondata sull'asse religione-spettacolo, economicamente avveduta come tutte le mafie moderne e quindi più che florida a dispetto degli attacchi mediatici. 

 

 Jason Beghe, attore e scientologista pentito

 

        Con asciuttezza cronachistica si dà voce a questi testimoni della labilità mentale e a un diluvio di immagini che ovviamente non possono mancare in un fenomeno che dal suo primo giorno ha sempre avuto un'anima da show business. Il capitolo Ron Hubbard è certamente il più sfizioso, sia perché meno noto, sia perché ripercorre anni affascinanti della storia americana (dai '50 ai fine' 70), anni di movimenti, ideali mutevoli, cambiamenti e fantasie vissute che immediatamente rinascono e si allargano dietro le foto e i filmati d'epoca. Ma direi che in definitiva è poi il personaggio Hubbard a dare il suo carattere di ciarlatano maniacalmente creativo e disturbato a tutto il segmento, rendendolo un arco completo, esemplare e quasi "romantico", soprattutto se paragonato alla seconda vita della scientology spa, più simile ad altre costruzioni socioeconomiche di stampo fideistico-reazionario che la storia ha più volte riproposto. 

 

 

 

       Si parte dall'Hubbard giovane infestato da troppa fantasia: scrittore a cottimo di fantascienza e fantasy (in tutto saranno un migliaio [!!!] tra racconti e romanzi) e poi sedicente eroe della seconda guerra mondiale in marina, con un paio di sottomarini affondati di cui vantarsi e una storia di ferite gravi curate con i primi rudimenti delle sue teorie guaritrici (in realtà fu rimosso da incarichi di comando dopo aver aperto il fuoco contro un tronco sospetto e contro un'isola messicana che credeva disabitata e statunitense). Poi gli esperimenti con l'occultismo (ne uscirà rubando a un maestro occultista soldi e ragazza...tanto per inquadrare il personaggio) e il parto di "Dianetics", istantaneo bestseller che conteneva già il cuore teorico di scientology. Dianetics esaurirà la sua parabola di mania collettiva in un paio d'anni, chiarendo però a Hubbard che decisamente mancava qualcosa per far funzionare la sua medicina alternativa: l'ingrediente religioso. (Per inciso Hubbard definì Dianetics "una pietra miliare per l'uomo, comparabile alla scoperta del fuoco", la rivista Scientific American scrisse invece che conteneva "più promesse e meno prove per pagina di qualsiasi pubblicazione dall'invenzione della stampa"). 

 

 Paul Haggis, regista e scientologista pentito

 

       GOING CLEAR segue alcune delle più divertenti panzane raccontate da Hubbard, la sua fuga in mare (il nostro mediterraneo) per sfuggire alle tasse insieme a una ciurma di fedeli/schiavi, il ritorno e la costruzione di una struttura multilivello kafkianamente infinita che nasconde la VERITÀ su un signore galattico di nome Xenu e sulle troppe anime che abitano strette strette dentro ognuno di noi rendendoci nevrotici (sic!!!!!). Si passa poi per i vari disturbi mentali e la paranoia di R. H., l'ingresso dei vip dello spettacolo, di un giovane John Travolta e poi del più recente e meno controllato Tom Cruise, amico e sodale del nuovo nazisteggiante leader David Miscavige con i suoi sempre più disinvolti metodi da criminalità organizzata. Si raggiungono infine i giorni nostri, quando la fuoriuscita di diversi membri di spicco dell'organizzazione ha dato la stura a un contrattacco di rivelazioni sorprendenti sulla struttura più invisibile dell'odierna scientology, sui ricatti, lo spionaggio, le punizioni corporali, i "campi di reindottrinamento" e su come questa pseudoreligione oggi stia diventando sempre più uno strumento di potere del credente (credente?) Tom Cruise.

        Insomma, c'è veramente di che istruirsi divertendosi per centoventi minuti di insensata storia degli irragionevoli esseri umani. L'unica nota stonata è questa mia ansia crescente di ritrovarmi Cruise alla Casa Bianca che dichiara guerra a qualche desertico pianeta canaglia. 

 

 

       P. S

       Curiosamente proprio qualche mese fa mi sono imbattuto in alcuni particolari della vita di Doris Day che mi hanno fatto conoscere un piuttosto dimenticato antenato di scientology, la Christian Science. I due culti hanno più di un punto in comune e pare ci sia stata una corposa transumanza di personalità hollywoodiane da uno all'altro quando la Christian Science è andata fuori moda. Ad esempio l'attrice Anne Archer (la bella moglie di Michael Douglas in ATTRAZIONE FATALE) è nata in una famiglia cristiana scientista ed è poi diventata una figura di primo piano in scientology. Se può interessare…

 

 

        La Christian Science è un movimento religioso fondato nel 1879 negli USA da Mary Baker Eddy. Donna carismatica e inquietante, cresciuta in un ambiente povero e molto religioso, afflitta da tutti i mali possibili sin da bambina, costei aveva cercato una soluzione ai suoi problemi in certe nuove pratiche che fondevano mesmerismo e suggestione religiosa. Da lì nascono gli spunti per la sua dottrina. Della Eddy scrisse svariate volte anche Mark Twain definendola "avida, meschina, avara, bramosa di tutto ciò che vede - denaro, potere, gloria - vanitosa, falsa, dispotica, insolente...ma in svariati modi la più interessante donna che sia mai vissuta, e la più straordinaria... " della sua opera principale, SCIENCE AND HEALTH, disse "frenetica, strana, incomprensibile e ininterpretabile". All'apice della sua popolarità, nel 1936, la C. S. contava 270.000 praticanti negli Stati Uniti (contro i 965 del 2015) . Il suo tratto caratteristico è la convinzione che ogni malattia sia un'illusione da curare SOLO con la preghiera (anche quella altrui, tant'è che dietro compenso si potevano comprare le preghiere dei membri del movimento). Non mi dilungherò sui figli di adepti morti per malattie curabili e sui relativi processi (talvolta persi dai genitori ma mai dalla C. S. )...o sui $ 1.5 milioni (del 1910) che la fondatrice Eddy lasciò alla sua morte partendo da spiantata. Segnalo però che la Christian Science pescò a piene mani tra i grulli del cinema, tanto per far nomi: Cecil B.De Mille, Mary Pickford, Howard Hawks, Joan Crawford, Mickey Rooney, Ginger Rogers, George Hamilton, Robert Duvall e Val Kilmer. 

       Anche Doris Day era (e pare in parte sia ancora) una cristiana scientista e portò a convertirsi a tale fede anche il terzo marito e manager Martin Melcher. Durante le riprese del film JULIE (1956) la Day cominciò a soffrire di dolori addominali accompagnati da gravi emorragie. Di concerto col marito decise di curarsi solo con la preghiera. Dopo 4 settimane il dolore era talmente forte da impedirle di camminare. Venne portata d'urgenza all'ospedale dove le rimossero un enorme tumore intestinale. Per salvarla dovettero inoltre farle un'isterectomia. L'episodio non portò consiglio e nel 1968 toccò al marito accusare dolori intestinali. Melcher perse moltissimo peso ma restò fedele al suo credo e non volle vedere alcun dottore fino al limite della sopportazione. Giunto oltre il limite acconsentì ad essere portato in ospedale, dove morì in seguito a un doppio attacco cardiaco.

 

 Doris Day

 

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