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Ave, Cesare!

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su Ave, Cesare!

di Furetto60
7 stelle

Divertente sorta di "parodia" del cinema degli anni cinquanta. Irriverente e geniale, firmata dai fratelli Coen.

Siamo negli anni cinquanta, nella tanto favolosa Hollywood dei tempi d’oro, quella che ha fatto sognare più di una generazione, presso la Capitol Pictures, Eddie Mannix è un "fixer" dello studio, sorta di factotum, supervisore, che si occupa dei problemi personali e artistici delle star, esperto nell’insabbiare scandali e nel proteggere l’immagine dei suoi divi. Ogni film prodotto dallo studio significa rogne per Mannix, che deve trovare sempre una soluzione. Eddie, alias Josh Brolin, protegge, rimedia, tiene duro e resiste, è un uomo che attraversa, più o meno incolume, l’accidentato percorso di cui è fatta la sua routine quotidiana, grazie anche ad una fede incrollabile, si confessa spesso, per peccati decisamente veniali. Allettato da un’intrigante proposta di lavoro di una compagnia aerea, declina l’invito, non è quello il suo lavoro. Comincia all’alba per impedire l'arresto di una delle stelle della Capitol Pictures, fermata per comportamenti irriguardosi. Riesce ad ottenere per un film biblico ispirato alle sacre scritture, una sorta di “imprimatur” da parte di tutte le autorità religiose, tra le più disparate, persuade lo scontento regista Laurence Laurentz a scritturare la star del western Hobie Doyle, per l’imminente sofisticato film prodotto dalla Capitol. Hobie è incapace di dire la più facile delle battute, tuttavia è un funambolico acrobata, quando si trova a cavalcioni del suo cavallo, scimmiotta nemmeno troppo velatamente, il leggendario John Wayne. Poi deve fare i conti con i problemi personali della statuaria DeeAnna Moran, rimasta incinta da signorina, alias Scarlett Johansson, splendida sirenetta di musical acquatici, sogno erotico degli spettatori dei pudici anni 50, dove regnava sovrana la censura, che riporta alla memoria le esibizioni di Ester Williams, i suoi numeri di nuoto acrobatico, spettacolari ma un po’ kick. Poi deve badare ai capricci della superstar dei musical Burt Gurney, alias Channing Tatum, ballerino di tiptap, che fa il verso a Gene Kelly. Come se non fosse abbastanza, uno degli attori più “glamour”, Baird Whitlock,il mitico George Clooney, il divo da epopea biblica, e caricatura di se stesso, ubriacone e donnaiolo, che veste i panni di un centurione romano, è introvabile, pare sia stato rapito da un gruppo di “fantomatici marxisti” che si fa chiamare "Il Futuro “e che ha chiesto 100.000 $ di riscatto per rilasciare l’ostaggio, che nel frattempo, dopo un esilarante conciliabolo con la pittoresca, ma innocua, congrega, sposa la causa comunista. Affrontando un problema dopo l'altro, Mannix, deve anche industriarsi per evitare ogni possibile fuga di notizie, che finirebbero sulle colonne di gossip, scritte da due sorelle, Thora e Thessaly Thacker, che praticano sistematicamente, il giornalismo scandalistico. Per lui in definitiva è solo una classica giornata di lavoro. Sviluppo e finale non si raccontano, ma sono decisamente surreali. Considerato molto benevolmente dalla critica e classificato come un “divertissement”, è un prodotto molto originale, dall’ironia tagliente e caustica e tecnicamente raffinato. Una pellicola provocatoria e dissacrante, volutamente disomogenea, firmata dai geniali fratelli Joel e Ethan Coen. Una singolare dichiarazione d’amore per il cinema, preso affettuosamente in giro, ma allo stesso tempo acclamato e amato, con tutti i suoi difetti, come del resto lo sono gli attori, visti sotto una luce grottesca, per lo più soggetti capricciosi, viziati e con un ego smisurato, che vengono puntualmente messi a nudo e ridicolizzati.

 

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