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Ave, Cesare!

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su Ave, Cesare!

di mm40
6 stelle

Disavventure di una casa produttrice cinematografica nella Hollywood degli anni Cinquanta: un attore belloccio e popolare, ma incapace, fa impazzire un regista; i giornalisti imperversano sui set alla ricerca di scandali di cui sparlare; un attore famoso viene drogato e rapito per conto di alcuni sceneggiatori comunisti, costretti a lavorare nell'ombra e desiderosi di convertirlo alla loro causa.

Ave, Cesare! è l'esempio perfetto di ciò che si intende dicendo che un film è più divertito che divertente: pur essendo assolutamente godibile per il pubblico e disponendo di colpi di scena e di volti celebri sullo schermo, la pellicola dei fratelli Coen sembra essere stata concepita innanzitutto come un personalissimo omaggio al cinema hollywoodiano degli anni Cinquanta nel quale più che la trama in sè hanno motivo di essere le citazioni e i divertissement (ad es. la lunga scena in stile musical verso il finale), dando l'idea di un set allegro, condiviso fra amici e compagnoni (e infatti non può mancare George Clooney). Josh Brolin, Tilda Swinton, Alden Ehrenreich, Ralph Fiennes, il redivivo Christopher Lambert in un cameo, Scarlett Johansson, Channing Tatum, Jonah Hill e Frances McDormand, moglie di Joel Coen, formano insieme al già citato Clooney il nucleo centrale del cast: già questa è una certezza per lo spettatore; la trama è spezzettata, vari episodi si alternano e mescolano, a dare l'idea del trambusto e del fervore di quei caotici giorni creativi che furono: indubbiamente Ave, Cesare! è anche un film a suo modo nostalgico, ma ciononostante capace di guardare indietro con un sorriso di complicità, come d'altronde suggerisce il titolo, diretto riferimento ai cosiddetti 'sandaloni' che anche in Italia, sia pure nella loro versione a budget ridotto, imperversarono ai tempi. Ci sono voluti tre anni per i registi, da A proposito di Davis (2013), per tornare sulla scena, ma questo lavoro dimostra per l'ennesima volta la loro versatilità e, soprattutto, la loro superba ironia e autoironia. Sia la sceneggiatura che il montaggio (attribuito a Roderick Jaynes, secondo Imdb uno pseudonimo ad hoc) sono opera dei fratelli Coen. 6/10.

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