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Unfriended

Regia di Levan Gabriadze vedi scheda film

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Utente rimosso (cinerubik)

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La recensione su Unfriended

di Utente rimosso (cinerubik)
3 stelle

Un detto popolare assai noto asserisce che "l'occasione fa l'uomo ladro" nel momento in cui un portafogli abbandonato o smarrito induce chi lo ritrova nella tentazione di non restituirne il contenuto al proprietario. Si potrebbe "traslare" tale morale in un più moderno "lo smartphone rende l'amico un potenziale cyberbullo" allineandola così alla filosofia di questo NON film. Già, perché non ritengo essere un film bello né brutto questo UNFRIENDED ma semplicemente un NON film. Quando nel 1989 Renato Zero cantava "...siamo tutti voyeur" era profeta inconsapevole dell'invadenza dei social, della curiosità che suscitano, dell'abuso che gran parte degli utenti ne fanno. Non poteva certo sapere quali polveroni si sarebbero potuti sollevare al giorno d'oggi con un semplice click.

Protagonisti della vicenda sono un gruppo di studenti che si ritrovano in una videochat di Skype a un anno di distanza dal suicidio (filmato e divenuto virale) di una loro amica. Durante la chiamata, disturbata e disturbante come una vera videoconversazione su Skype (che non ne esce certo bene) s'intromette un misterioso interlocutore che attraverso il profilo della defunta inizia a terrorizzare i ragazzi diffondendo immagini e foto private, condividendo i loro segreti più intimi, obbligandoli a partecipare a macabri giochi e minacciando di ucciderli se si scollegheranno. Il pericolo corre sul web, zona franca delle identità reali, dove spesso s'ignora (specialmente digitando) chi realmente sia presente all'altra tastiera.

Diverso per struttura (e morale) dal successivo Friend Request, leggibile in un "non permettere a chiunque di metter piede nella tua vita", Unfriended somiglia più a un "non fare agli altri ciò che non vorresti subire", un po' sulla scia delle sempre più attuali notizie di cronaca nera che raccontano di giovani incapaci di reggere il peso della vergogna e spinti a gesta estreme da frivolezze umilianti o abusi subiti filmati e postati quasi per gioco.

 

scena

Unfriended (2014): scena

 

 

La ricerca di un "verismo" (lasciamo stare Verga però) dovuta presumibilmente anche a motivi di low budget costringe lo spettatore a vivere (personalmente con enorme fastidio) anche il più piccolo tempo morto tra le connessioni, il passaggio da una piattaforma all'altra, ogni sussulto dell'indice sul mouse, tutto (silenzi compresi) rigorosamente e insopportabilmente in tempo reale. Avendo inoltre assistito alla versione non sottotitolata sarebbe stato molto gradito un Langdome al mio fianco, capace di decriptare abbreviazioni e scorciatoie grammaticali della lingua inglese, ignoti a uno come me che punteggia e "maiuscola" anche gli SMS. A proposito di tradurre poi qualcuno mi spiegherà come Cybernatural possa diventare Unfriended ma so che è una causa persa.

In definitiva, poco più di un'ora durante la quale non si è fatto altro che fissare le finestre di una chat interessante quanto una puntata di Uomini e Donne e siccome il film ha l'etichetta di horror sgorga spontanea una domanda: "e la paura?".

Mi dispiace deludere chi ancora creda possibile trovare un pregio in questa sorta di web-NON-film ma Unfriended non sembra proprio in grado di causare sussulti che vadano oltre allo sbadiglio e ai guizzi d'irritazione.

 

"Polizia, aiuto! Mi stanno aggredendo"

"Chi la sta aggredendo?"

NO COMMENT

 

Nessuna paura, nessuna empatia con le vittime, anzi, verrebbe voglia di dare una mano a sterminare gli utenti della chat se la fine dello strazio non giungesse repentinamente.

Il sipario è un laptop abbassato in un goffo tentativo di lasciare un senso d'inquietudine in chi ha resistito fino al termine.

In realtà pervade la gioia di potersi finalmente fiondare sotto le coperte, senza la minima paura, con molto, moltissimo sonno da smaltire.

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