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L'uccello dalle piume di cristallo

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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La recensione su L'uccello dalle piume di cristallo

di mm40
7 stelle

Un giornalista americano a Roma assiste per caso all'accoltellamento di una donna; una serie di indizi lo aiuta a fare lentamente luce là dove il commissario Morosini, incaricato delle indagini, brancola nel buio.

 

Un thriller italiano, genere di nessuna tradizione e altrettanta credibilità; una produzione SEDA, Salvatore (padre) E Dario Argento, per il debutto di quest'ultimo: eppure L'uccello dalle piume di cristallo è tutt'altro che un prodottino alimentare o povero di idee, ben lontano anche dai soliti pasticci all'italiana, dalle blande imitazioni dei modelli statunitensi o comunque provenienti dall'estero. E' una pellicola con una personalità decisa come quella del suo autore, già noto come scrittore di cinema (celebre è il suo apporto a C'era una volta il west, Sergio Leone, 1968) e qui sceneggiatore - da un romanzo di Fredring Brown - e regista al debutto. Le lezioni che Argento ha imparato e assimilato sono essenzialmente due, quelle di due maestri del genere: Alfred Hitchcock e Mario Bava; con tali e tante basi e un talento indiscutibile dietro la macchina da presa, il film d'esordio del giovane cineasta romano non poteva che riuscire felicemente. Si aggiungano inoltre le buone scelte di casting, con una coppia di protagonisti di risalto internazionale, l'americano Tony Musante e l'inglese Suzy Kendall, affiancata da un elemento di spicco del nostro cinema come Enrico Maria Salerno; godibile anche il cameo riservato a Mario Adorf; e non si possono tralasciare la fotografia di un altro giovane dal futuro glorioso, Vittorio Storaro, e le musiche - fondamentali nella messa in scena del regista - firmate da Ennio Morricone, quello stesso anno autore fra le altre anche della colonna sonora del premio Oscar Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Elio Petri). Bizzarra la contorsione della trama, che pare risolversi a livello logico a un quarto d'ora dalla conclusione: ma il bello deve ancora venire; forse la scelta narrativa della sequenza finale può risultare ingenuamente didascalica, ma nel complesso dell'opera non è una pecca di eccessivo peso. Non solo a questo punto Dario Argento proseguirà convinto su questa strada, ma con L'uccello dalle piume di cristallo darà vita a un filone fortunatissimo - quantitativamente di certo, ma in minor misura anche qualitativamente - per il cinema nostrano. 7/10.

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