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L'uccello dalle piume di cristallo

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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La recensione su L'uccello dalle piume di cristallo

di bradipo68
8 stelle


La distorsione della visione,la teorizzazione dell'apparenza che inganna.O meglio è l'occhio che inganna,fa vedere cose che non sono quello che sembrano.L'esordio alla regia dell'allora giovane Dario Argento è un giallo impostato secondo il classico schema del whodunit(chi è il colpevole) in cui ha la massima importanza il ruolo della percezione visiva nella risoluzione dell'enigma.La storia è quella di uno scrittore americano di passaggio a Roma che assiste a un tentativo di omicidio di cui è il primo sospettato.Ma il killer seriale colpisce ancora più volte e lui collabora alle indagini accanto alla solita polizia che brancola nel buio.Convince tutto di questo esordio di Argento:è talmente compiuto stilisticamente che non sembra un semplice esordio.La notevolissima sequenza del tentato omicidio posta quasi in apertura di film ci fa scivolare subito dentro un incubo agghiacciante.E ruota tutto attorno a questa bellissima sequenza fatta rivedere più volte durante il film. Il tema principale è quello dell'inganno della percezione sensoriale,visiva in questo caso ma accanto a ciò che si vede qui colpisce molto anche quello che si sente:versi di animali(che faranno risolvere l'enigma),suoni distorti,rumori indecifrabili,effetti sonori che accrescono l'atmosfera ansiogena,il silenzio assoluto quando lo scrittore è sulla scena del primo tentato omicidio.E funziona anche una Roma notturna e deserta fotografata da un giovane che si farà le ossa,tale Vittorio Storaro,che le conferisce un aria quasi spettrale,testimoniando un uso creativo delle locations che Argento riprenderà e amplificherà in quello che secondo me è il suo capolavoro ,Profondo Rosso girato tra Roma e Torino.Questo film crea un modello da imitare per molti altri registi senza dimenticare che parecchie delle soluzioni usate per L'uccello dalle piume di cristallo(una gru dalle piume argentee che nel film si afferma di origine caucasica) come l'assassino in cappello e impermeabile,l'arma da taglio,l'uso particolare delle locations per conferire un aspetto ancora più maligno sono mutuati in larga parte dal seminale Sei donne per l'assassino di Mario Bava.Già qui Argento si segnala per un pugno di ottime sequenze,girate tecnicamente con stile abbacinante,la sceneggiatura regge senza troppi scricchiolii(qui siamo ancora dalle parti del giallo quindi è d'uopo una sceneggiatura con meno vuoti possibili),i dialoghi sono plausibili(Molte volte i dialoghi sono stati tra i punti deboli di molti film di Argento),le figure di contorno sono tratteggiate in modo discreto(vedi la figura del commissario Morosini recitato con voluta noncuranza da Enrico Maria Salerno)con l'eccezione dell'apparizione di un Mario Adorf totalmente sopra le righe che nella parte del pittore Berto Consalvi sembra uscito più dall'armata Brancaleone o da Brutti,sporchi e cattivi che da un thriller.Confrontando gli ultimi film di Argento con questo suo pregevolissimo esordio aumenta in maniera esponenziale il rammarico.....

Su Mario Adorf

un apparizione sopra le righe

Su Eva Renzi

non male

Su Enrico Maria Salerno

volutamente smorza i toni

Su Suzy Kendall

non male

Su Tony Musante

direi discretamente bravo

Su Dario Argento

regia notevoissima e stilisticamente compiuta

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