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Gli uccelli

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Gli uccelli

di ethan
10 stelle

 A San Francisco si incontrano per caso in un negozio di animali Melanie Daniels (Tippi Hedren), una bella ragazza ricca e viziata, e Mitch Brenner (Rod Taylor), un rampante avvocato, e iniziano un battibecco, dopodiché l'uomo se ne va, ma lei rimane attratta da lui, annota il numero di targa, riuscendo così a risalire dove abita: compra una coppia di uccelli - in originale love birds, ma tradotti nei sottotitoli inspiegabilmente con 'inseparabili' - da donare alla sorellina di Mitch, Cathy (Veronica Cartwright), una volta giunta nella località di Bodega Bay, a un centinaio di km dalla città. Arrivata sul posto, fa la conoscenza della maestra della scuola locale, Annie (Suzanne Pleshette), che si intuisce subito vede nella nuova arrivata una 'rivale' nei confronti di Mitch (nel seguito infatti le due donne, entrate in confidenza, ne parleranno) e la tratta con fare indispettito, e si reca con una piccola imbarcazione all'abitazione di Mitch ma sulla via del ritorno viene morsa da un gabbiano. Non viene dato un gran peso alla cosa, vista anche la poca entità della ferita, ma da quel momento in poi gli attacchi vanno via via incrementandosi in intensità, violenza e quantità di volatili coinvolti e persone attaccate.

'Gli uccelli', che, a 23 anni di distanza, segna un altro adattamento di un romanzo di Daphne Du Maurier - allora era stato il fortunato esordio in terra americana 'Rebecca' - inizia come una commedia brillante, condita con gustosa ironia e composta da dialoghi punzecchianti ed acuti in cui si assiste ad una tipica 'battaglia dei sessi' tra un uomo e una donna che provano attrazione tra di loro ma che al contempo -  come del resto sempre in Hitch - è irta di difficoltà ed incomprensioni, che si tramuta a poco a poco in un mix tra un horror a tinte fortissime e un film del genere catastrofico-apocalittico che non ha eguali nella sua filmografia, né antecedente né tantomeno successiva, dove non c'è più spazio per i momenti di leggerezza ma solo sentimenti come terrore, panico ed angoscia.

I critici si sono sbizzariti, nel corso degli anni, a dare molteplici letture - religiosa, politica, psicologica, ambientalista - ma al di là di questo ciò che a mio avviso più conta è la resa filmica dell'opera, la sua tenuta al passare del tempo e la capacità del regista di sperimentare sentieri nuovi, come l'assenza di musica, compensata dai rumori e dai suoni dei volatili che, minacciosi, attaccano con una virulenza 'metodica' sempre crescente.

Hitchcock procede per accumulo, partendo da un singolo attacco a un'unica persona - Melanie - replicato il giorno seguente con l'assalto ai bambini alla festa di compleanno e poi il primo in casa dei Brenner attraverso il camino, da un agricoltore loro vicino di casa - scena particolarmente cruenta imbastita con la classica tecnica del crescendo di suspense -  trovato morto, per poi espandersi alla scuola, dove l'insegnante ci rimetterà la pelle, a tutta la comunità ed infine concentrandosi ancora dai Brenner, con Melanie ospite, sotto un vero e proprio assedio, in una delle sequenze più scioccanti del cinema di Hitchcock, con Melanie, Mitch, la sorellina e la madre dei due (Jessica Tandy) intrappolati in casa da un 'nemico' del quale, al momento, non si conosce l'entità ma la si può immagine grazie alla componente sonora avvertita: tale scena mostra in assoluto e con chiarezza il concetto di minaccia esterna, alla quale i personaggi tentano di opporsi ma danno l'idea di essere soverchiati da un momento all'altro. Magnifiche le inquadrature - a volte inclinate - dell'ultima scena, in cui gli attori in campo paiono come paralizzati e si muovono come degli automi in balia degli eventi, sullo sfondo di una fotografia dalle tonalità rossastre e livide, con l'ascesa di Melanie al piano superiore, gli uccelli che quasi hanno la meglio su di lei, tanto da farla rimanere come in stato di trance, se non intervenissero gli altri, la decisione di uscire dalla casa, da dove si osserva una miriade di uccelli che si perde a vista d'occhio e un cielo cupo che promette nulla di buono, salire e partire in macchina facendosi largo tra gli stormi che, immobili e gracchianti, stanno in attesa...

Un unico piccolo neo sta nella qualità non eccelsa della coppia di interpreti principali che si forma e si cementa sullo schermo a seguito del precipitare dei fatti ma comunque funzionali ai loro ruoli: Rod Taylor, il cui viso mi ricorda Robin Williams, non è il massimo dell'espressività mentre Tippi Hedren, alle prime armi, non era certamente un'attrice formidabile, al contrario di Jessica Tandy, sicuramente la più brava in questo ritratto di una madre ancora una volta 'castratrice' e possessiva.

Nonostante questo, 'The Birds' è indubbiamente un capolavoro.

Voto: 10 (v.o.s.).

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