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Legend

Regia di Brian Helgeland vedi scheda film

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La recensione su Legend

di barabbovich
6 stelle

Da Piccolo Cesare (1930) in avanti, i gangster movie tendono spesso a somigliarsi: ascesa e declino di un boss, rapporti con la famiglia e gli amici, tradimenti e poi le tre P: potere, politica e polizia. Se le differenze ci sono - fatte le dovute eccezioni per capolavori come C'era una volta in America, Il padrino, Gli intoccabili, Quei bravi ragazzi, Leon, Pulp Fiction, Casinò e Ghost dog - queste vanno ricercate nei dettagli. Nel caso di Legend - film diretto da Brian Helgeland, americano di origini norvegesi - gli elementi di spicco sono tre: l'ambientazione (la swinging London degli anni Sessanta), i protagonisti (due fratelli gemelli) e lo spunto narrativo (una storia vera). Il perno indiscutibile è la presenza di Tom Hardy, semplicemente sublime, che si sdoppia a meraviglia per impersonare Ron e Reggie Kray. Il primo è uno psicopatico violentissimo e omosessuale; il secondo è un dandy che manda avanti gli affari, ha (abbastanza) rispetto per gli amici e ama la sua donna (Browning), dal cui punto di vista viene raccontata l'intera vicenda, con scarso mordente drammaturgico. Nel film non c'è molto altro: sparatorie, scazzottate, torture, ritorsioni, minacce, vendette: tutto secondo gli standard del genere. Ma vedere Tom Hardy in versione imbolsita, con gli occhiali e impacciata nei movimenti e il suo gemello aitante, azzimato e scattante è puro cinema nonché la conferma di un attore in irresistibile ascesa.

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