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Leoni

Regia di Pietro Parolin vedi scheda film

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La recensione su Leoni

di mm40
4 stelle

Un imprenditore veneto in crisi decide di rialzarsi con una grossa iniziativa: la produzione di 300mila crocifissi di plastica. Per procurarsi la plastica a basso costo, però, si rivolge a un camorrista.

Il Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC), la Regione Veneto e Rai Cinema rendono sufficientemente solide le spalle di questa pellicola, l’opera prima in lungometraggio di Pietro Parolin (soltanto omonimo, naturalmente, del cardinale segretario di Papa Francesco); una commedia brillante con protagonista Neri Marcoré e con qualche blando intento di critica sociale. L’arrivismo e l’avidità che ci portano a inequivocabili bassezze, la famiglia come luogo di rivalità (in specie economica), l’affarismo senza scrupoli che inevitabilmente sfocia nella malavita, l’apparente quiete della provincia – in questo caso veneta, la storia è ambientata nel trevigiano – che cela i più impensabili mostri: in tutto ciò di nuovo non c’è granché, per non dire nulla, ma la storia di Leoni procede senza grossi intoppi lungo gli 80 minuti di durata del film (sceneggiatura dello stesso Parolin) dispensando sorrisi ed emozioni per il grande pubblico – vale a dire senza andare troppo per il sottile, come il finale a tarallucci e vino dimostra ampiamente. Fra l’altro la scena conclusiva è ambientata nella stessa piazza di Treviso in cui si ritrovavano i protagonisti di Signore e signori (Pietro Germi, 1965): non può essere una coincidenza. Nel cast compaiono anche Piera Degli Esposti, Aurora Ruffino e Stefano Pesce. 4/10.

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