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Una doppia verità

Regia di Courtney Hunt vedi scheda film

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La recensione su Una doppia verità

di LAMPUR
2 stelle

Lo ammetto: ho assistito al colpo di scena finale rimanendo basito, e piacevolmente sorpreso perché quando un film - ed un thriller in particolare - riesce ad intortarti e farti dire: ”ooh!”, per me ha raggiunto il suo scopo.

Poi però (perché c'è un poi), a mente fredda, mentre esamini la presunta perfezione di quel virtuoso meccanismo, qualche piccolo particolare inizia a farsi spazio, un perché di quell'emozione chiede spiegazioni, e qualche strano cigolìo inizia a far capolino tra i neuroni ancora ubriachi.

 

Questo non dovrebbe accadere. Ma se proprio accade i cigolii devono dissolversi, le nubi diradarsi, il dubbio lasciar spazio alla piena coscienza della magistralità dell'artefatto. Non è questo il caso.

 

Una doppia verità basa la sua essenza e tutto il suo sviluppo in funzione di un clamoroso colpo di scena. Sia chiaro: io adoro i colpi di scena. Qualsiasi giallista dovrebbe imparare a memoria Delitto perfetto di Hitchcock prima di girare un qualsiasi, anche vago, giallo. Ogni storia degna che vuole classificarsi nella tipologia thriller dovrebbe sapere che nulla può essere lasciato al caso, neppure il minimo dettaglio. Figuriamoci le enormità.

 

A Una doppia verità sfugge grossolanamente questo concetto basilare. Nel tentativo di sorprendere lo spettatore nasconde fino alla fine particolari che avrebbero dovuto scatenare un putiferio tra i protagonisti fin dall'inizio.

Invece no. Teniamo tutto per i dieci minuti finali.

I protagonisti, intanto, faranno finta di andare al patibolo, prostituiranno dignità e coscienza tanto per lusingare lo spettatore ignaro, occulteranno emozioni, sminuiranno lo sdegno, mimetizzeranno i sentimenti, sviliranno le passioni.

Mantenendo un incredibile aplomb.

 

Tutto per instradare lo spettatore (quello ignaro davvero) verso un comunque arduo, ma consapevole e comprensibile dilemma, l'unico cui dedicare con pervicacia e insistenza

la parte non sommersa della pellicola.

 

Solo alla fine, svelato il sotterfugio, si scatenano rabbie e sospetti repressi.

Noi ci facciamo poco caso, in realtà, ancora imbambolati dall'inaspettatissimo evolversi, ma quei quattro neuroni monelli che vogliono capire bene, iniziano a chiedersi come mai nessuno fiati per quattro quinti di film, protagonisti e non, colpevoli e non, coprotagonisti e non.

 

Purtroppo ci facciamo caso dopo, e le quattro stellette, diventano una sola.

 

Gabriel Basso, Gugu Mbatha-Raw, Keanu Reeves

Una doppia verità (2016): Gabriel Basso, Gugu Mbatha-Raw, Keanu Reeves

 

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