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Tucker - Un uomo e il suo sogno

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Tucker - Un uomo e il suo sogno

di Mr.Klein
8 stelle

A distanza di oltre 15 anni due film hanno più di qualcosa in comune,simili se non gemelli anche se con discrepanze attraenti come i dati in comune:Tucker e The Aviator,che non si crede quasi siano stati realizzati a così notevole distanza di tempo l’uno dall’altro.
Un film non completa l’altro,questo va detto,perché sicuramente Coppola e Scorsese partono da presupposti diversi,ma tra le diverse biografie filmate,la maggior parte delle quali simili ma non per pregi,sembra si somiglino più di quanti i loro autori potessero immaginare.
I due personaggi sono diversi tra loro,e sembrano passarsi il testimone dell’idealismo che li avrebbe ispirati per poi affondarli,o ferirli:non è un caso(ed è una delle scene forti del film)che ad un certo punto Hughes incroci davvero il percorso di Preston Tucker,e chissà se l’incontro si sia composto proprio di quelle frasi,di quell’impaccio e di quell’inevitabile tristezza che ammantava il tramonto della vita di Hughes,l’unico autentico momento di malinconia del film.
Se Scorsese,col senno di poi,accompagnava il personaggio di Hughes senza rimuoverne il succedersi delle macerazioni emotive,delle ossessioni personali,con una compassione che aumentava tattilmente e si faceva parte integrante dello stile del racconto,ancora più ampio,sfuggente di quello di Coppola,quest’ultimo impone la sua sintassi cinematografica sul “suo” Tucker,quasi scelga un personaggio che vada incontro alle sue intenzioni prima ancora che il film riesca a presentarsi come biografia(poiché da questo punto di vista è riscontrabile il lato più debole,meno fedele),un personaggio di cui seguiamo le autentiche vicende ma che diventa archetipico,a metà strada tra un cocciuto idealista e un cavallo pazzo,utile a Coppola per tradurre il significato del sogno tutto americano dell’affermazione,della praticabile felicità delle aspirazioni più che delle ambizioni,di cui Coppola si serve per esprimere il proprio entusiasmo di filmare,osare e fantasticare.
Scorsese prendeva su di sé la responsabilità che il personaggio di Hughes imponeva,Coppola chiama a sé il personaggio ideale per la continuazione del linguaggio cinematografico.
Hughes era la vittima di sé stesso,l’autore della propria tragedia,il padrone che invocava a gran voce la propria rovina,mentre Tucker è l’incarnazione dell’uomo affabulatore che comunque non potrebbe vivere senza sporcarsi le mani,estensione umana del Grande Romanzo Americano,un uomo di tutti i giorni,elemento per nulla raro nella società,che dovrà fare i conti con quel Moloch che decide e schiaccia quando avverte che qualcuno lo sta lentamente scuotendo dalla fondamenta.
Se il film parte con una vivacità che dopo un po’ rischia di avere il fiato corto,come se immotivatamente giustificasse tutte le idee del suo eroe,a rischio di trascinare tutti con sé in un fallimento più grande del sogno stesso,come sono tutti i fallimenti,e dà l’impressione di non governare il personaggio con una scrittura che lo definisca e lo renda almeno plausibile,quasi privandoci del piacere di provare un’immediata simpatia nei suoi confronti,quando aderisce più schiettamente ai fatti,quando riporta le fasi salienti di un lavoro di documentazione(e Coppola non ce ne voglia,visto che tutto il film è un lungo tentativo di aggirare l’ostacolo del realismo),acquista una tenerezza,una decisione nel trascrivere la lotta per un’intima giustizia che rendono lo spettacolo appassionante,grazie ad un successione di voci,di caratteri e di invenzioni che non si acquieta mai.
Inutile dire quanto sia pieno di autentici pezzi di bravura,così serrati,energici,saldati con spericolata,sincopata consapevolezza del mezzo da rendere la produzione odierna,al confronto,un esame d’ammissione per indistinguibili studenti di cinema(che studenti restano);valgano,per fare un esempio,la festa di presentazione della sua “creatura”,l’arrivo degli unici 50 esemplari dell’auto davanti alla sede del tribunale,il montaggio esemplare che traghetta Tucker da una situazione all’altra senza il minimo scarto.
Se Scorse non è Hughes,Coppola un po’ è Tucker,uomo dei sogni che,in questi sogni,ha la fortuna di non essere solo.
Il cast tecnico è quello operazioni di questo genere pretendono:le scenografie di Tavoularis sono l’architettura che ospita questi singolari personaggi,la fotografia di Storaro accoglie e rende le sospensioni emotive,le lotte e la volontà di farsi trovare sul sentiero di guerra,i costumi di Milena Canonero coprono le spalle e abbelliscono le paure di chi sostituisce il potere con la lealtà.
Oscar Wilde,in una delle sue massime profetiche,diceva:”La società perdona spesso al delinquente;
ma non perdona mai al sognatore”;se Preston Tucker l’avesse letta,l’avrebbe fatta sicuramente sua.

Su Dean Stockwell

Il suo sguardo penetrato da un rassegnato terrore donano a questo Hughes tremante un delicato accento di sconfitta consumata nell'inverno dei sentimenti.

Su Martin Landau

In anni in cui ha avuto grandi occasioni(Crimini e misfatti,per esempio),Landau arricchisce la sua galleria di personaggi impegnati a tacere di piccoli o grandi colpe,sconfortato e saggio come chi ha nel bagaglio personale un sufficiente numero di schiaffi morali

Su Joan Allen

Meno essenziale nel suo ruolo di consorte,avrebbe meritato una definizione del personaggio meno asservita all'identità del protagonista. Ma resta l'attrice che conosciamo:pochi gesti,e mai uno sprecato.

Su Jeff Bridges

Dedicato,impossibile da placare e spesso in odore di autoesaltazione,corre a perdifiato accanto al "suo" Tucker,con una aderenza fisica da danzatore senza coreografia,con l'audacia,la inesausta voglia di non arrendersi grazie ad un'intepretazione mantenuta su una nota di cinque ottave. Forse nessuno omaggerà mai del giusto onore questo sottovalutatissimo attore.

Su Francis Ford Coppola

Quando un film sembra sbagliato,inspiegabile,bisogna attendere da lui un ribaltamento delle impressioni con cui lo accogliamo in un primo momento;e ci riesce anche qui,nonostante non sia tra i suoi capolavori,ma un omaggio pensato per svecchiare,con una storia di ieri,l'infortunio cui sono soggetti i sogni di oggi. Orchestratore generoso e dispersivo,imponente e incosciente come i personaggi che mette in scena

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