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Star Wars - Il risveglio della Forza

Regia di J.J. Abrams vedi scheda film

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La recensione su Star Wars - Il risveglio della Forza

di kubritch
1 stelle

La guerra infinita.

La conoscete la canzone di John Lennon, Imagine? I'm a dreamer. Non può essere sempre guerra, guerra, guerra dappertutto e in ogni tempo. Il malvagio è stato ammazzato? E ora basta! Oltretutto immaginare che la guerra o il male avrà sempre la stessa forma di quella attuale segnala una carenza di creatività. Se poi è J.J.Abraham che la confeziona allora è la festa del capitalismo all'ennesima potenza; della spacconeria cafona: più soldi, più effetti "petotecnici", più tutto ma umanità apparente se non assente. Fa parte dello spirito capitalista credere che il mondo resti sempre uguale a se stesso. Io ho amato e continuo ad amare i primi film, nonostante i difetti rilevati, ma non vedo che senso può avere reiterare all'infinito una storia che va bene così com'era. Secondo me in un'impresa industriale del genere con un suo concept già ben delineato sotto la guida di un mogul come Lucas, con tutto l'esercito di maestranze che vi ruotano intorno e che devono calibrare al millimetro il loro lavoro, l'apporto del regista è ridotto all'osso. L'arte del regista è inversamente proporzionale alle dimensioni della produzione. Per me sono 5 cagatón ( unità di misura contrapposta al megaton che distrugge esternamente mentre il cagatón distrugge interiormente).

L'ho rivisto e proprio non capisco l'esigenza di clonare la trama del film originario della serie, reinterpretando al femminile la parte dell'eroe messianico. Il messaggio segreto è lanciato con un droide su un pianeta desertico che in modo ancora più accidentale che nell'altro film, capita nelle mani dell'eletta. Disertore, come Han Solo, è anche il suo compagno d'avventura. Diretti verso la base dei ribelli fanno tappa in una sorta di Mos Eisley. Di nuovo si travestono per intrufolarsi in una base del nemico in modo da recuperare l'eroina protagonista. Di nuovo la scena madre dell'uccisione di una figura paterna in funzione pedagogica. Di nuovo un'arma di distruzione di massa di forma sferica ma ancora più titanica. Questa volta non è servito trafugarne il progetto per farla esplodere. Sempre più grande, sempre più spettacolare, sempre più tecnologicamente virtuosistico ma sempre più povero sul fronte dell'umanità. Qual è la ragione? Quale visione del mondo sottende un film del genere? Se l'intento è quello di rinnovare presso la nuova generazione l'impatto dei primi film della serie, allora, è un fallimento. Ormai, al cinema abbiamo ne abbiamo viste di tutti i colori, dunque, è difficile riproporre la magia degli effetti speciali speciali della fine degli anni 70. Ormai, l'età dell'innocenza è sepolta. Se, poi, l'intento è stato quello di adattare il franchise, come lo chiamano, al clima politico attuale, toccando il tasto della parità di genere, allora, è un po' tardivo. Inoltre, che il film sia inteso a rappresentare la ricorrenza ciclica dei fatti storici secondo la teoria di Vico, è dubitabile. Temo che ci siano ragioni più commerciali che altro. Sono certo che la saga sia stata concepita da Lucas per avvicinare il pubblico giovane alle sottili e, tal volta, occulte, trame politiche che governano le nostre società, e sensibilizzarlo verso i pericoli di una ricaduta verso il totalitarismo che mai come oggi sembra possibile. Ma, allora, occorreva una sceneggiatura meno approssimativa. Non bastano gli effetti speciali e ingaggiare il regista numero uno nel campo, J.J.Abrams. Ad esempio, l'introduzione di Han Solo nella storia ha un sapore posticcio, con un effetto nostalgia ridondante e grossolano. Funzionano solo qualche scena d'azione isolata, la fotografia e il cast. 

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