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High Rise - La rivolta

Regia di Ben Wheatley vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su High Rise - La rivolta

di maurizio73
5 stelle

Film che si avvita fin troppo nel grottesco sarcasmo di una messa in scena che ambisce a riprodurre le astrazioni simboliche del racconto ballardiano, mescolando in confusionario caleidoscopio di eventi le inevitabili pulsioni di una regressione antropologica e l'irreversibile tramonto della civiltà occidentale.

Trasferitosi nel'avveniristico grattacielo progettato da un brillante architetto che vorrebbe riprodurre una ideale stratificazione sociale della classe borghese, il fisiologo Robert Laing inizia a sperimentare la serpeggiante ostilità e le pulsioni distruttive che animano una comunità separata da condizioni economiche e di censo che ne rendono difficile la pacifica convivenza. Il black-out dei piani bassi generato da una mega festa che si svolge nei piani più alti e abbienti, è la goccia che fa traboccare il vaso di una esasperazione sociale che conduce ben presto i condomini alla totale anarchia ed alla regressione civile e materiale.

 

locandina

High Rise (2015): locandina

 

Atteso che tradurre il distopismo e la visionarietà della fantascienza sociale ed ecologica del Ballard più maturo non è opera semplice nè esente dai rischi di una irriverente approssimazione figurativa, questo progetto portato ossessivamente avanti dal produttore Jeremy Thomas da circa vent'anni trova finalmente una compiuta realizzazione grazie alla collaborazione della famiglia Wheatley: moglie alla sceneggiatura e marito alla messa in scena. Più che del fanta-vintage dell'avveniristico universo ballardiano fatto di un gusto del tempo che rimane congelato allo stato in cui si trova nel momento dell'inevitabile apocalisse (climatica, astronomica, tecnologica, culturale) quindi, quello che conta sembra essere il fluire di una inevitabile coscienza collettiva attraverso le rischiose dinamiche sociali di un esperimento urbanistico folle e fallimentare, laddove la progettazione di una pacifica convivenza attraverso le graduali variazioni che modulano lo spettro diffuso della classe borghese si dimentica di eliminare le barriere che delimitano quella separazione, portanto ad una rigidità sociale molto prossima al punto di rottura ("Concepii questo edificio perchè doveva essere un crogiolo di cambiamento. Devo essermi perso qualche elemento vitale.").
Film che gioca sul bagaglio di 'sesso e paranoie' che sono freudianamente contenute nelle scatole che il dottor Lang si guarda bene dal disfare dal suo trasloco nel nuovo appartamento, si avvita fin troppo nel grottesco sarcasmo di una messa in scena che ambisce a riprodurre le astrazioni simboliche del racconto ballardiano, mescolando nel confusionario caleidoscopio di eventi che portano alle barricate sociali di esseri alienati e repressi, le inevitabili pulsioni di una regressione antropologica che conduca ad un nuovo equilibrio ed all'irreversibile tramonto della civiltà occidentale. Lo scrittore è quindi solo il testimone notarile di un processo involutivo, riservandosi con civetteria la parte del singolare esemplare di 'una specie avanzata in un habitat neutrale' pronto a fecondare le femmine migliori (la disinibita Charlotte come la materna Helen) ed assecondare l'eliminazione degli uomini chiave (l'architetto che ha concepito il condominio, il pubblicitario che ne ha decretato la distruzione) attaverso un singolare processo di selezione sessuale, in un finale orgiastico che ricama sugli arrangiamneti classicheggiani di Clint Mansell le Idi di Marzo di un padre padrone destinato a non trasmettere mai più il suo seme. Whetley fa un film controverso e irrisolto che sa tradurre con originalità il modello letterario ma manca decisamente sulla compiutezza di quello cinematografico. Certo di Stanley Kubrick ne nascerà uno ogni secolo... Reparti tecnici ottimamente presidiati ed un cast di attori di sicuro livello tra cui spiccano la sanguigna vitalità del taurino Luke Evans e l'algida razionalità del prestante Tom Hiddleston. Candidature non andate a buon segno al Toronto International Film Festival ed al Festival internazionale del cinema di San Sebastián 2015.

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