Regia di Ron Underwood vedi scheda film
Un film giustamente cult, che dovrebbe essere visto da tutti, per completezza culturale di genere (cinematografico). Difficile definirlo horror, impossibile chiamarlo comico, ondeggia gagliardamente tra i due estremi. Se è horror, è di quelli che non fanno paura, ma anzi suscitano interesse per le soluzioni di sceneggiatura. La parte comica - ma sarebbe più appropriato dire "fortemente ironica/autoironica" - sta nelle caratterizzazioni dei personaggi e in molti dialoghi, che alleggeriscono costantemente la tensione.
E' come se lo sceneggiatore e il regista fossero i primi a non credere ai mostri (i vermoni) ed esercitassero quindi il proprio ingegno a partire da quest'assurdo.
L'inizio è horror davvero, con la creazione della giusta suspense, ma poi subentra l'attenzione prevalente del regista per i rapporti tra i personaggi, disegnati con manicheo compiacimento. Si ha la sensazione che questi, in definitiva, si divertano a trovarsi nella situazione "horror", quanto gli escursionisti di un trekking estremo che trasforma la piatta prateria americana in una superficie liquida, sotto la quale si agitano i mostri.
Stranamente, il tutto funziona benissimo, molto più che in film analoghi in cui ci si vuole imporre la paura a tutti i costi: qui l'assurdo è il paramentro iniziale, la condizione d'ingresso, la sospensione necessaria di incredulità.
Una domanda "tecnica" paradossale: per correre come dannati sotto terra, dove e come espellono quanto ingurgitato per farsi strada, i maledetti vermoni?
Kevin Bacon ha faccia e capacità per ogni ruolo e registro, come già sapevamo.
Fred Ward è nel luna park del suo (limitato) talento.
Tutto scorre, ed è più di quanto sia lecito chiedere e obbligatorio offrire. 8 pieno.
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