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I tre volti della paura

Regia di Mario Bava vedi scheda film

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La recensione su I tre volti della paura

di Donapinto
7 stelle

Sulla scia de I RACCONTI DEL TERRORE di Roger Corman, anche il nostro Mario Bava decide di cimentarsi nel film horror a episodi. Tre racconti tratti da altrettanti scrittori: nell'ordine G.F. Snyder (nonostante nei titoli di testa compaia erroneamente il nome di Maupassant), Alekej C. Tolstoj e Anton Cechov. Opera molto amata dai fans del regista e del cinema horror in genere, per molti il capolavoro di Bava. Film, tra alti e bassi, nel complesso riuscito, ma anche un poco sopravvalutato rispetto alle generosissime recensioni lette. I limiti consistono nella brevità degli episodi, dove non sempre si riesce ad esprimersi al meglio e si e' costretti sempre a sacrificare qualcosa. Grande lavoro per quanto riguarda l'apparato tecnico e visivo: fotografia, scenografie, luci e costumi. Un po' meno la parte narrativa. Nel primo episodio -IL TELEFONO- siamo dalle parti del thriller. La giovane e bellissima Rosy (Michel Mercier) riceve telefonate anonime da parte di uno sconosciuto che la spia e la minaccia di morte. La ragazza chiede aiuto a Mary (Lidya Alfonsi) un'amica con la quale in passato ha forse intrattenuto una relazione. Soggetto complessivamente scarno e banale. Bava riesce però a creare un'atmosfera di angusta claustrofobia all'interno di questo elegante appartamento-scantinato, dove emerge una forte (specie per l'epoca) componente saffico-erotica tra le due protagoniste femminili. I WURDALAK, tratto da un racconto del russo A.C. Tolstoj, e' una storia di vampiri ambientata nella Russia zarista e rurale, che Giorgio Ferroni riproporrà in versione contemporanea nel 1972 con LA NOTTE DEI DIAVOLI. Qui Bava guarda ai classici della Hammer. Nulla da eccepire sul versante visivo. Purtroppo, nonostante la presenza di un ritrovato Boris Karloff, la storia scivola nel melodrammatico, anche per via di dialoghi di spiccissima  banalità e di uno scavo psicologico dei personaggi pressoché inesistente. Nel terzo - LA GOCCIA D'ACQUA - un'infermiera ha la pessima idea di rubare, sfilandoglielo direttamente dal dito, un prezioso anello a un'anziana medium morta per un arresto cardiaco proprio durante una seduta spiritica mente era in trance. Il fantasma di quest'ultima non tarderà a manifestarsi all'avida infermiera. Piccolo gioiellino dove Bava ci delizia di tutto il suo talento estetico trasportandoci in un incubo. Splendidi cromatismi, eccellenti effetti sonori e tanti brividi. Peccato solo nel finale che il fantasma si trasformi irrimediabilmente in una sorta di manichino ambulante.                     Questi i voti per ogni singolo episodio: IL TELEFONO 6.5 - I WURDALAK 5.5 - LA GOCCIA D'ACQUA 7.5

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