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I tre giorni del Condor

Regia di Sydney Pollack vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I tre giorni del Condor

di stanley kubrick
10 stelle

SPIONAGGIO QUALITATIVO AL SERVIZIO DI UN GRANDE REGISTA.

Pollack è morto e oramai bisogna rassegnarci, non assaporeremo mai più il suo gusto e il modo di fare cinema che aveva come dono. I suoi sono film spasmodici che riflettono su argomenti fittizzi del nostro cinema, ammalato e degredato a schiere dai soliti film erotici che non servono a un bel niente. Il suo è cinema puro, in grado di far capire i valori della vita salvando, in alcuni suoi film, il personaggio con una classe e una eleganza da vero cineasta che è stato. Secondo me aveva una grande potenzialità che mancava agli altri registi: sapeva fiutare il colpo dell'anno e, prontamente, scriveva una sceneggiatura con i suoi amici. Oltremodo tentava di entrare nel corpo di animali, piante e uomini e trovava un genere che mancava nel loro dizionario da tanto tempo. Lo spionaggio nel film in questione. Quest'ultimo narra dei tre giorni di un agente della CIA, Joe Turner, sfuggito per fortuna a un massacro avvenuto nell'ufficio dove lavorava, semplicemente perchè doveva andare a prendere un panino al suo capo. Tornato a lavoro scappa dalla scena del delitto e scopre successivamente che tutti i sei uomini che lavoravano con lui sono morti e lui è scampato al delitto per il motivo che ho accennato prima. Prende in ostaggio una ragazza, rapita poco prima in un negozio dopo che era uscita, che stava partendo per una vacanza e per lui si prospettano ore davvero difficili.

Il panino è la chiave di tutto. Salva l'uomo protagonista e quest'ultimo, successivamente, lo getta a terra e preferisce un suo "simile". Questo è l'elemento sfottente prevalente in tutti i film del grande regista statunitense. Mangiare, mangiare e (ri)mangiare liberando la propria arguzia e diffidenza su una semplice prostitua con poco fisico e abbastanza piatta.
L'amore già provato e riprovato aiuta a levarsi le idee dal cervello, mantenendo stabile il proprio pensiero di solitudine post-sesso, tralasciando le idee che proponi alla tua amata lasciandola, magari, anche in dolce attesa.
Solitudine e riscatto perenni e a vita, maciullate da un pensiero liberale e congiunti dal dissacrante pensiero di sopravvivvere. Perchè il suo è un delirio da tutti i punti di vista: da quello psicologico a quello di spia, fino ad arrivare al classico esperimento da strafottente che costa la vita a tante persone nella comunità di oggi.
Fino al classico serial killer in ascensore che non ti vuole uccidere perchè studia i comportamenti della gente malata, secondo lui, che non può vivere in una società pura. Ti pedina, gioca con te come se giocasse la finale di coppa del mondo a scacchi, dove tu sei la pedina e lui il re, supremo e avvincente fino all'inaspettata morte che, oltretutto, non avviene da nessuna delle due parti e così, dopo tanti tentativi, Pollack riesce a far congiungere il tutto alla figura dello spettatore che finalmente sa per chi parteggiare: per la società malata e non pura come pensa il killer, malato di mente fino al collo.
Il condor mangia tutto, ecco perchè Pollack ha scelto questo nome da dare al suo eroe. Agli altri nomi di altri uccelli ma più insignificanti che non devono rimanere in vita secondo lui, quindi li elimina dopo nemmeno un quarto d'ora. Sceglie l'uccello perchè è un animale calmo che, tutto in un secondo, diventa uno spietato killer. Sceglie il condor perchè ha un occhio acuto che gli permette, senza ombra di dubbio, di capire le mosse dell'avversario, addirittura intercettandole nel finale carico di tensone.

Tensione altissima, montaggio sublime e cast stellare per il capolavoro di Pollack, sempre più influenzato dai continui cambi di rotta della politica e delle borse. Prodotto da Stanley Schneider, è un adattamento del romanzo "I sei giorni del condor" di James Grady. Sceneggiatura di Lorenzo Semple Jr.
Robert Redford nel ruolo che gli ha cambiato totalmente la carriera, quello di condor, interpretazione magistrale e, dopo questo film, grande affiliazione con il regista statunitense.
Max Von Sydow nel ruolo di uno dei killer più spietato del cinema, la sua interpretazione migliore a quella di Padre Lankaster Merrin nel film "L'esorcista".
Infine grande interpretazione, nel ruolo della ragazza, di Faye Dunaway, sempre più brava e con un corpo magnifico.

Il fotogramma sui titoli di scena, dopo che condor ha consegnato la sua deposizione sui fatti al New York Times, è un cupo autoritratto del protagonista tra suonatori di clarinetto, potrebbe essere una foto fatta da un serial killer che lo vuole uccidere. Ma chi potrebbe essere? Una delle tante domande da fare sul film.
Capolavoro assoluto e imprescindibile.

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