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Dove eravamo rimasti

Regia di Jonathan Demme vedi scheda film

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La recensione su Dove eravamo rimasti

di nickoftime
5 stelle

Il cinema di Jonathan Demme è di quelli che non necessitano di presentazione, per cui, nel raccontare la visione del suo ultimo film e nel cercare di spiegare le ragioni di un giudizio non proprio lusinghiero, utilizzeremo la carriera del regista senza alcuna vena nostalgica e solo in funzione comparativa, nella convinzione che ogni film faccia storia a se. In questo senso il progetto di "Ricki and the Flash" non nasce per caso ma si colloca perfettamente in scia con la filmografia del regista, tanto dal punto di vista della forma, essendo una commedia con venature drammatiche e con personaggi fuori dall'ordinario, che dei contenuti, raccontando di genitori e figli che faticano a stare insieme (Rachel sta per sposarsi) e, nel contempo, attraverso il personaggio della cantante rock, richiamata alle responsabilità di madre dopo anni di assoluta latitanza, agganciando quella passione musicale, a suo tempo celebrata con "Stop Making Sense".

La coerenza dell'assunto, non trova però altrettanta rispondenza nei modi della realizzazione, perchè il film, oltre all'incapacità di offrire varianti al tormentone rappresentato dal senso di colpa della protagonista, destinato a oscillare tra voglia di fuga e sentimenti di partecipazione, riesce anche a farsi condizionare dalla personalità della Streep che, dall'alto del suo status, impone alla storia una versione aggiornata della mamma trasgressiva e fuori dalle righe sul tipo da lei offerto in "Mamma mia".

Dal canto suo Demme,  a differenza del solito, rinuncia a plasmare il personaggio, scegliendo di mettersi al servizio dell'istrionismo della sua star. Quello che ne consegue allora, è il one woman show di un'attrice che, nella volontà di confermarsi, eccede nelle sottolineature fornite al carattere del suo personaggio. Senza considerare che la generosità del minutaggio offerto alle performance musicali dell'attrice -  accompagnata per l'occasione dal cantante Rick Springfield - appaiono più un riempitivo che una vera e propria necessità.

(pubblicato su ondacinema.it/speciale 68 festival di Locarno)

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