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Il Notturno di Chopin

Regia di Aldo Lado vedi scheda film

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La recensione su Il Notturno di Chopin

di maghella
8 stelle

Premessa: adoro Aldo Lado, uno dei miei registi preferiti in assoluto. Classe 1934, regista del mio film cult per eccellenza “L'ultimo treno della notte” e di “Chi l'ha vista morire?”.

locandina

Il Notturno di Chopin (2014): locandina

Aldo Lado torna (grazie a Dio!) alla regia di un nuovo film dopo ben 12 anni dal suo ultimo lavoro. “Notturno di Chopin”, se pur fatto con pochi soldi e con la partecipazione e il sostegno di “amici e parenti”, è senza ombra di dubbio un film a “marchio Lado”, per la cattiveria che non si è minimamente affievolita con l'età avanzata del grande regista italiano.

Lado dopo molti anni torna dietro alla macchina da presa con un soggetto scritto da lui, ispirato da un fatto di cronaca che l'aveva colpito qualche tempo prima, il rapimento di una bambina a Milano.

Il sequestro di una piccola bambina è infatti la trama di “Notturno di Chopin”, ma la storia non si sviluppa in maniera scontata, non segue le indagini della polizia, l'angoscia dei genitori o le motivazioni del rapitore. La storia segue esclusivamente la bambina, imprigionata dopo il rapimento in uno scantinato.

Se la prima scena è un bellissimo piano sequenza in un parco pubblico, tutto in soggettiva, in cui il rapitore (che quindi non si vede mai) sceglie con cura la propria vittima, in seguito tutto il film si svolge in uno scantinato-prigione, e le uniche scene in esterno sono quelle poche che la bambina riesce a intravedere da una finestra situata troppo in alto per lei.

La bambina si chiama Alessia (Sofia Vercellin) e viene sequestrata nel parco mentre cerca di recuperare un frisbee tirato troppo lontano dalla sua amichetta. Si sveglia in uno scantinato buio, in un primo momento crede di essere stata messa lì dalla mamma per una crudele punizione per non aver fatto i compiti. In seguito capisce che “qualcuno” l'ha presa e le farà del male.

Subito si entra in simbiosi con la piccola Sofia e il suo mondo immaginario. Sofia all'inizio cerca di chiedere aiuto, poi cerca una via di fuga, poi un nascondiglio sicuro per non essere raggiunta, infine si mette a giocare. Al piano di sopra la vita apparentemente rilassata del rapitore, che convive con un bellissimo gatto molto viziato, al quale riserva tutte le attenzioni, mentre Alessia a qualche metro più sotto patisce la fame.

Il “Notturno di Chpin” è l'unica musica presente nel film, suonata al pianoforte dal rapitore. Una delle scene più belle è proprio quando durante una di queste sonate, Alessia con tutta la sua voce, gli canta a mò di sfida “Bella ciao”.

Se con “Chi l'ha vista morire?” la piccola Nicoletta Elmi viene mostrata morta in un canale di Venezia senza sapere nulla dei suoi momenti durante il rapimento, in questo film è tutto il contrario: niente sappiamo di come viveva prima Alessia e di cosa le succederà dopo, nonostante tutto il personaggio mostra il suo carattere ben definito, forte e tenace (“Non voglio morire” grida più volte Alessia). Bisogna dire che è stata vincente la scelta di Sofia Vercellin nella parte di Alessia. Aldo Lado aveva fatto lunghi casting per la ricerca della piccola protagonista tra attrici professioniste, senza molto successo. Un giorno riceve la visita di un suo amico con la figlia (la piccola Sofia appunto). Sofia è una bambina sveglia, capace di giocare con “niente”, estroversa e molto fotogenica, Aldo Lado capisce immediatamente di aver trovato la sua protagonista.

Una curiosità: nel film viene mostrato più volte che la bambina ha un dente che le dondola, Lado chiede alla piccola Sofia se se la sente di strapparselo sul set, la bimba accetta. Posso dire che la scena in cui Alessia si strappa il dentino è una delle più tenere e drammatiche allo stesso tempo, che abbia mai assistito: Alessia è sola e non ci sarà nessuna fatina dei dentini a portarle un soldino.

 

Immaginavo che il film non evolvesse in maniera positiva, conosco la mano di Lado, so quanto sappia essere crudele, ma in questo suo ultimo film mi ha fregata. Forse sono io quella invecchiata, che sperava in un finale più debole (è vero) ma più addolcito. Aldo Lado non fa sconti, nemmeno quando l'unica protagonista è una piccola bambina alla quale non si può non affezionarsi.

Ben tornato Aldo Lado.

 

 

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