Espandi menu
cerca
L'affaire SK1

Regia di Frédéric Tellier vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Leo Maltin

Leo Maltin

Iscritto dal 17 luglio 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 40
  • Post 1
  • Recensioni 897
  • Playlist 32
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su L'affaire SK1

di Leo Maltin
7 stelle

Come esordio nel lungometraggio, il regista mette in scena una dura caccia all’uomo durata dieci anni. Il ricercato, uno stupratore seriale, sembrava di fatto imprendibile, non tanto per una presunta destrezza bensì per le testimonianze discordanti dell’identikit sul colpevole. Tra indizi confusi e false piste, la squadra della polizia parigina brancolava nel buio, finché la feroce ostinazione e il fiuto di uno sbirro non riuscirono a collegare i vari omicidi a sfondo sessuale. Grazie anche alla prova del DNA (di recente acquisizione), fu possibile incastrare il criminale e condannarlo all’ergastolo.

Il film ripercorre dunque la cronaca degli eventi che portarono alla cattura di questo serial killer, seguendo una scansione schematica ma rigorosa: le giovani vittime, ragazze bellissime, vengono identificate con la data dell'uccisione, riportata in didascalia per collocarle temporalmente. Lo stile asciutto, quasi da inchiesta giornalistica, lascia spazio anche a brevi cenni sulla vita privata di colui che fu – letteralmente – ossessionato dall’idea di risolvere questo caso.

Durante le indagini emergono anche gli inevitabili momenti di scontro, dovuti alla frustrazione di sentirsi impotenti di fronte a un assassino a piede libero: questo aspetto contribuisce a delineare il pattern di un police procedural (che occasionalmente vira in legal-thriller). Ciò non stupisce, in quanto il regista – oltre ad aver diretto i primi tre episodi della serie Un flic – è stato consulente tecnico per Olivier Marchal durante la realizzazione di 36, Quai des Orfèvres.

Il limite del film risiede nel non aver approfondito la psicologia del pluriomicida, scavando nel suo passato, di cui infatti si riferisce soltanto la triste infanzia di abbandono e gli episodi di tentata violenza nei confronti delle sorelle adottive: sono dunque tralasciate le prime manifestazioni della sua personalità malata (all'epoca venne definito “psicopatico narcisista”). Probabilmente questa scelta è dovuta alla materia scabrosa già da principio, che non risparmia all’occorrenza dettagli raccapriccianti.  

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati