Regia di Frank Lloyd vedi scheda film
Tra i film degli anni '30 che furono premiati con l'Oscar per il Miglior film, "La tragedia del Bounty" è uno di quelli tutto sommato invecchiati meglio. Diretto da Frank Lloyd, regista che non sarà uno dei Maestri della Settima Arte ma che aveva già vinto due statuette per "The divine lady" e per "Cavalcata", il film è il primo dei numerosi adattamenti della vicenda storica dell'ammutinamento del Bounty verso la fine del 1700, basato su due romanzi degli scrittori Nordhoff e Hall, pieno di licenze e inaccuratezze con i fatti reali, ma cinematograficamente affascinante.
La storia di una spedizione inglese nei mari del Sud sul vascello Bounty vede il conflitto fra il tirannico capitano Bligh, cultore della disciplina fino all'esasperazione, e il comandante in seconda Fletcher Christian, uomo di mare scafato ma di principi molto più umani, conflitto che va peggiorando fino all'ammutinamento di gran parte dell'equipaggio. È interessante notare come fin dalle sue origini il Cinema senta il bisogno di drammatizzare in una forma adeguata alle proprie specificità fatti storici e vicende biografiche, piuttosto che trasporli in una maniera fedele ma meno appassionante. Il film di Lloyd si raccomanda come un racconto di avventure in costume con contenuti drammatici, ma svolge tutto ciò in una forma accattivante per lo spettatore, tanto che risultò il campione di incassi indiscusso dell'anno e fu molto apprezzato anche dalla critica anglofona.
La regia è molto competente nella gestione del ritmo e nella rievocazione ambientale, ma sa trarre il massimo anche da un cast dove giganteggia Charles Laughton nella parte di Bligh, di tremenda efficacia nella perfidia del suo ruolo, con un Clark Gable qui senza baffi ma prestante e ben calibrato nel registro della compassione e poi in quello della ribellione e un Franchot Tone, divo dell'epoca ormai dimenticato, ma comunque bravo nella parte dell'ufficiale Roger Byam. Mi rendo conto che un film del genere dirà poco o nulla alle generazioni di oggi, eppure è un'opera costruita su qualità assai solide che merita una riscoperta. A mio parere le successive versioni con Marlon Brando e Mel Gibson saranno meno riuscite nel complesso di questo film che soddisfa sia le esigenze spettacolari che l'approfondimento dei personaggi.
Voto 8/10
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