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La spada della vendetta

Regia di Jim Weedon vedi scheda film

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La recensione su La spada della vendetta

di Maciknight
6 stelle

E’ un film britannico che descrive un medioevo insulare successivo all’invasione normanna di Guglielmo il Conquistatore, con alcune tribù sassoni vessate che reagiscono per esigenze di pura sopravvivenza, e la resistenza in effetti storicamente va avanti per parecchi decenni, per cui la collocazione temporale del film è credibile. Un film parzialmente visionario, a tinte fosche, dai toni cupi ed atmosfere plumbee. Girato interamente in bianco e nero proprio per rendere meglio questo intento registico narrativo, spesso al rallentatore o con passo lento nelle scene di movimento, per poi esplodere in combattimenti feroci dal ritmo incalzante. Mostra una realtà medievale di miseria, angherie, violenza e distruzione, dove la sola forza bruta e repressiva è unità di misura di ogni rapporto sociale e feudale. La colonna sonora è a tratti addirittura sadica nel sottolineare alcuni passaggi narrativi, spesso indisponente, forse volutamente. I volti di molti protagonisti sono deturpati ed i corpi sporchi con gli abiti sgualciti, tutti aspetti coerenti con la realtà storica descritta, a differenza di troppi film made in USA che del realismo storico fanno scempio ed i protagonisti sembrano farsi la doccia tutti i giorni. Ma il film non ha precipui interessi di storicità da difendere ma propone la solita storia che si fonda sulla più vecchia motivazione al mondo, la vendetta. L’eroe protagonista è un principe normanno, che nessuno riconosce come tale perché venduto come schiavo in giovane età dallo zio dopo aver assassinato il padre per usurparne il feudo. Il protagonista quando da adulto torna per vendicarsi viene semplicemente identificato dalle popolazioni locali come straniero. E dall’inizio alla fine è una scia di sangue, la sua vendetta costerà cara a tutti coloro che in qualche modo e per varie ragioni di uniranno a lui contro il comune nemico e tiranno locale. Ed il bagno di sangue non avviene solo per gli inevitabili scontri bellici, ma per non aver colto l’occasione di ammazzare entrambi i cugini (figli dello zio usurpatore) quando ne ha avuto facile occasione. Se lasci dei superstiti è ovvio che ti si ritorceranno contro, ed in effetti l’evento citato è incoerente nel contesto della storia. E’ difficile trovare delle varianti d’azione in questo genere di film in cui la trama è pressoché scontata e prevedibile, ma gli autori ci provano, senza scadere con fin troppo abusati inserti fantasy, come va di moda oggigiorno: contaminare i film a sfondo storico con ricorsi al sovrannaturale. Ad un certo punto sembrava gli autori stessero correndo questo rischio, quando sono comparsi sei super-guerrieri portati in una specie di gabbia su carri, i quali con grande strepito, urla bestiali e vestizione da incutere terrore negli avversari si sono letteralmente catapultati alla ricerca del nemico. Ma fortunatamente si trattava solo di guerrieri dopati dallo stregone al servizio dell’usurpatore, che gli ha somministrato un beverone stile Asterix ed Obelix, che impediva di sentire dolore ed eccitava alla battaglia, ma rimanendo mortali come tutti. Infatti il fascinoso e tenebroso principe normanno in incognito, che senza dubbio durante il periodo di cattività deve aver imparato bene a combattere, li fa a pezzi uno ad uno, faticando non poco, ma ci riesce. Le scene di combattimento con spade ed asce sono molto ben curati, come le battaglie con archi e frecce e le mischie belliche, così come è abbastanza accurata la trasformazione del villaggio in “castrum”, il modo cioè in cui hanno realizzato opere difensive per fortificare l’insediamento, di solito fossati con palizzate oppure difese passive con pali appuntiti inclinati verso l'esterno ed il ricorso alla pece per usare il fuoco contro il nemico. Le poche donne protagoniste del film combattono e sono rispettate e non si comportano da stupide, ed è degno di nota. Un filmetto che a mio modesto parere merita la sufficienza, anche se non è certo memorabile.

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