Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Ottima sceneggiatura, anche se la storia cade un po' sullo scontato, ma è un ruolo ben costruito su Totò con un'ottima compagna come la Ferrero, qui giovanissima. Il film ha intoppato nella censura per cui è uscito due anni dopo, non avendo ottenuto il visto per alcuni argomenti trattati, che oggi sembrano risibili, ma negli anni '50 erano invasi da un sistema che risentiva ancora del fascismo. Il film è ben curato da Monicelli che è stato uno dei migliori registi che hanno capito il personaggio Totò, scoprendone le doti attoriali e non solo comiche. Una cast tecnico ragguardevole, con in testa Pontecorco come aiuto regista e Gherardi come scenografo.
Caccavallo agente della polizia, arresta in una retata una ragazza mezza stordita da barbiturici, ma la ragazza non centra niente con la prostituzione. Di conseguenza viene incaricato il poliziotto di riportare la ragzza al suo paedse natio, ma durante il percorso viene fuori la vera realtà della giovane
Piccolissimo ruolo, poco più di un'apparizione
Il giovane che si ritira vista la malparata; questo attore dopo qulache ahnno avrà il suo momento magico in POveri ma Belli
Stranamente doppiato, nel ruolo del commissario
Bravissima e sensibile nostra attrice, che il cinema non ha saputo rispettarla come doveva, forse non avendo avuto le protezioni necessarie
Un'ottia intepretazione del grande Principe, un'occasione però rovinata dalla censura, che ha fatto disperdere un po' il film.
Una regia disinvolta che non si fa irretire dal soggeto pendente al melodrammatico e sa ben bilanciare la commedia con la storia, con un appoggio incalcolabile di un talentto come quello di Totò, ma che il regista sa gestire al meglio.
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