Regia di Simone Scafidi vedi scheda film
Film visto al festival del cinema di Lodi.
è un film particolare questo Eva Braun, già a partire dal titolo tanto evocativo di certi ambienti, ampiamente trattati dal cinema italiano di genere dei tempi che furono, quanto non-sense rispetto al film e banalmente citato nel finale.
si passa poi ad una analisi sommaria della storia con incontri di sesso forzati e bizzari guidati da un certo Pier molto importante e influente, e i rimandi sono tutti per bunga bunga e affini. ma anche qui siamo ben lontani.
Sì perchè non si parla nè della compagna del famoso dittatore ne del Pier più famoso degli ultimi 30 anni di storia italiana.
Il film è una carrelata di personaggi e situazioni apparentemente legati solo da questi incontri che si tengono in una casolare di campagna dettati da Pier e nulla più. o almeno non viene detto esplicitamente. Io personalmente ho trovato che il filo rosso che unisce tutto sia l'arte, presente in ogni scene e micro storia narrata. L'arte è ciò che muove le vittime verso Pier, l'arte è citata in ogni scena, l'arte è presente in ogni sua forma: cinema (giovane regista) musica (giovane cantante) architettura (l'amore per la villa) fotografia ( la foto locandina del film) scrittura (la futura scrittrice e continue citazioni tra i personaggi) pittura (i molteplici affreschi alle pareti e i "quadri viventi" che vengono offerti a pier seduto sulla poltrona, la storia del pittore e degli scontri con il proprietario di gallerie italiane).
bene l'arte. l'arte e la sua situazione contemporanea. l'impossibilità di fare arte in questo paese, le difficoltà di un artista, disposto a tutto, per emergere.
forse in questo paese non c'è più spazio per l'arte.
detto questo il film non mi ha entusiasmato, buoni dialoghi e lodevole attenzione alle inquadrature, ma a volte la metafora, l'implicito, è eccessivo e a tratti si scivola nella farsetta perdendo il valore del complesso.
i rmandi a PPP mi sembrano fuori luogo anche se in apparenza scontati.
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