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Il caso Spotlight

Regia di Thomas McCarthy vedi scheda film

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La recensione su Il caso Spotlight

di mc 5
10 stelle

L'ho appena visto per la seconda volta. Con ancora più soddisfazione. E mi sono di nuovo riempito il cuore di gioia, per questo film semplicemente splendido, palpitante, emozionante. APPASSIONANTE, soprattutto. Oscar come miglior film naturalmente più che meritato. Pellicola coraggiosa, che entra nelle pieghe più nascoste ed ostiche di una vicenda tremendamente attuale (proprio in queste ore -vado a memoria perchè non ricordo i dettagli- su tutti i giornali, cartacei e digitali. occupa vasto spazio la posizione del Cardinale australiano Pell, accusato di aver tentato di proteggere un sacerdote ritenuto responsabile di abusi sessuali, ben 138 reati commessi ai danni di 53 vittime). E' un mondo squallidissimo quello che emerge dalle sempre più numerose indagini aventi per oggetto preti coinvolti in abusi su minori, e quel che è peggio sono le coperture (tantissime) operate da alti prelati "che sapevano" e sovente avevano sopito le cose limitandosi a trasferire in altre parrocchie i sacerdoti coinvolti. E qui, se posso aggiungere una constatazione personale, va rimarcato che -pur esistendo il triste fenomeno da decenni- Papa Bergoglio è in assoluto il primo pontefice ad aver preso di petto il problema, mentre tutti i suoi predecessori avevano dedicato scarsa attenzione al problema, evidentemente ritenendolo secondario. E questo basta per gettare una luce davvero malinconica sull'istiutuzione della Chiesa (grazie a Dio, Bergoglio sta cambiando molte cose in questo senso). Ma torniamo al film. Il quale (preti e chiesa a parte) ha uno stile rigorosissimo, molto molto classico, che evidenzia in modo magistrale gli atteggiamenti, i pensieri, le mosse, le reazioni di ogni singolo personaggio, favorendo una fruizione ottimale da parte dello spettatore, che ha così tutti gli elementi per farsi un'idea completa del quadro narrativo offertogli. E questo va accreditato ai dialoghi (quasi sempre brillantissimi ed incalzanti) e ad una perfetta sceneggiatura che riesce ad assemblare i numerosi elementi di vera cronaca realmente accaduti e a montarli cinematograficamente secondo criteri ineccepibili. Ma poi le osservazioni da fare (tutte positive) sarebbero tante. Per esempio il richiamo al classico cinema d'inchiesta e di impegno civile americano (e i riferimenti sono così scontati che evito di citarli, ma è ovvio che mi riferisco agli anni 70). Poi c'è un altro elemento che forse è colto da una cerchia ristretta di pubblico ma che a me interessa: la luce che viene fatta sull'ambiente di un quotidiano americano dedicato in prevalenza ad accadimenti locali, e questo è un aspetto che viene sviscerato ampiamente, mostrandoci come si lavora in un giornale di questo tipo. Questi giornalisti sono persone normali, semplici, ma animati dal FUOCO della passione per il senso del proprio mestiere, perchè sono consapevoli che per loro INFORMARE è una MISSIONE sacra. Avercene nella nostra realtà italiana di giornalisti di questa risma. Anzi per la verità ci sono (per esempio mi vengono in mente certe inchieste coraggiose del Fatto Quotidiano che puntano i fari su aspetti che altri -.filogovernativi- tendono a minimizzare o neutralizzare, rendendo questi ultimi un pessimo servizio ai cittadini). E che dire non tanto dei porporati e dei sacerdoti coinvolti, che quelli nel film restano sullo sfondo, quanto sui vari personaggi che "coprono", minimizzano e proteggono i responsabili di quei gesti atroci? E' evidente dal film che si tratta di grandissimi ipocriti (ancorchè rispettabili persone presi singolarmente) ai quali interessa una sola cosa: preservare l'istituzione Chiesa da sospetti e chiacchiere, a costo -sfoggiando faccia tosta da vendere- di negare l'evidenza Per loro la consegna è una sola: SOPIRE. E se consideriamo per quanti anni (fino a Bergoglio, appunto) il problema abbia ristagnato senza emergere, se ne deduce che di insabbiatori, complici e protettori ce ne siano stati a bizzeffe. Prima di soffermarmi sul cast (una meraviglia) vorrei segnalare l'ottimo commento musicale scritto da un veterano delle colonne sonore, il Maestro Howard Shore. E veniamo agli attori. Non ce n'è uno che sia fuori posto. La perfezione. E mi riferisco anche all'ultimo dei personaggi secondari, caratteristi inclusi. (Finchè ce l'ho in mente, un plauso al bravissimo regista e co-sceneggiatore Tom McCarthy). Partiamo da un galattico Michael Keaton, straordinario nelle sue sfumature, che dopo Birdman mette a segno un altro colpo clamoroso. Poi Mark Ruffalo, che qui pare abbia stranamente mutato il suo stile d'attore, sarà forse una mia impressione, ma qui recita secondo moduli espressivi che non gli conoscevo, aderendo al personaggio in modo ineccepibile. Molto bravo anche il "vecchio" Liev Schreiber. Ma la mia ammirazione -ed umana affettuosa simpatia- va tutta alla cara Rachel McAdams (io la chiamo -scusatemi so di essere un vecchio ridicolo- affettuosamente "Rachelina" come se la conoscessi). La McAdams comunque sempre carina e sempre più brava, un'attrice in continua crescita. Due considerazioni finali. Prima di tutto essendo un gran bel film non dovete assolutamente perdervelo. Poi per finire una nota assai amara. La lieta notizia della pubblica denuncia di quanto tristemente accaduto si accompagna all'amarezza nel constatare che il modo di fare informazione mostrato in questo film è ora decaduto, seppellito da quel punto di non ritorno che è stato l'11 Settembre. Dopo, nulla è stato più come prima. E per chiarire quest'ultimo concetto mi affido alle precise parole di Ilaria Feole su Film Tv. "L'11 Settembre, con la sua portata devastante, spazza via gli sforzi del gruppo Spotlight, è l'inizio di un'epoca nuova, del giornalismo "embedded", dell'informazione online e della rapidità che vince sulla cura. Lontano ormai dal peso analogico dell'inchiostro e di quei telefoni fissi che nel finale squillano, liberatori."

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