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Italiano medio

Regia di Maccio Capatonda vedi scheda film

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La recensione su Italiano medio

di mc 5
10 stelle

Tutt'altro che facile esprimere un giudizio chiaro su un film che, al di là di un impatto volutamente demenziale, è in realtà opera complessa e che mette tanta -tantissima- carne al fuoco della riflessione. Superfluo dire che, almeno a livello di impatto mediatico, i riferimenti che balzano evidenti sono "quei due". Parliamone. Checco Zalone l'ho sempre detestato. Trovo scontatissimo e prevedibile il suo richiamarsi all'abusato riferimento del Bertoldo di Giulio Cesare Croce: scarpe grosse e e cervello fino, il vilain che sembra tonto e invece spacca il culo a tutti. Pollice verso su tutto il fronte. Discorso assai diverso per i Soliti Idioti, il cui cinismo globale li accosta a certe cose violentemente dementi e spietate dei Fratelli Farrelly. Anzi loro per certi versi sono ancor più cattivi. Quindi OK? mah, va detto che se il loro primo film era sorprendente il secondo era parecchio bruttino. E adesso, ecco che salta fuori Capatonda. Che però non esce dal nulla, anche se devo confessare che in tv lo avrò visto sì e no un paio di volte, quindi diciamo pure che questa del cinema era per me una novità pressochè assoluta. Una novità che mi ha travolto e (quasi) entusiasmato. Sono stato assalito da un delirio di colori e di fantasia creativa, di idee demenziali ma impegnative, e da una carica esplosiva di provocazione, di azione di disturbo che genera una nuvola d'anarchia che fa bene al cuore. E tutto questo senza cercare consensi facili tra il pubblico, evitando piacionerie e clichès comici a comando. Un prodotto non esattamente facile da fruire per il vasto pubblico delle multisale, che infatti immagino ne resterà in parte sconcertato. Per tutti questi ed altri motivi, io ritengo che Capatonda sia limitativo da definire come "comico", direi piuttosto un comico-autore-intellettuale. Un Genio della follìa e della provocazione intelligente. Impossibile analizzare le teorie e le dissacrazioni portate avanti nel film, le trovate sono troppe e tanta la carne al fuoco. Ma ci sono tuttavia scene che restano impresse in modo definitivo. Per esempio un topolino vegano che rifiuta il formaggio. Una sfida clamorosa di ballo tra i due Maccio's (azzz ma quanto balla bene!!). Poi la performance, distribuita lungo tutta l'opera, di quel raffinato clone di Gianni Agnell. Poi l'arrivo in famiglia del piccolo Maccio, allevato da due genitori disgraziatissimi. Poi l'approccio con la comunità dei "Salmoni" una genialissima cellula rivoluzionaria a metà tra i No Tav e gli estremisti vegani come ce ne sono a bizzeffe in giro. Poi la lunga irresistibile sequenza dello show tv (sì un pò dilatato, ma con molti riferimenti verosimili) in cui accade di tutto ad opera di nuovi e vecchi Mostri della Tv Pop. Ma la cosa più preziosa e centrale è quella che dà senso a tutta l'opera, vale a dire il processo di trasformazione di quest'ometto tutto bio e tutto ecovegano che -dopo la pillolina magica- diventa un Mr Hyde con la canotta tamarra e -facendo il tipico gesto "tengo una minchia tanta-" grida come un invasato la parola "SCOPARRREEEEEEEE!!!!!". Il "bello che avanza" a braccetto con la speculazione edilizia che antepone i centri commerciali ai parchi, l'ossessione fondamentalista per il cibo salutare, il desiderio sempre sotto la pelle di essere ciò che non siamo. Un film che sa divertire senza un grammo di banalità piaciona alla Zelig. E la dimostrazione che per far ridere non sono necessari i Divi "de sinistra" (che poi guarda caso son tutti sotto contratto con un unico agente (Beppe Caschetto, qui si fanno nomi e cognomi) che fa il bello e il cattivo tempo come un mammasantissima. No, qui c'è solo il cervello di un uomo geniale, slegato dai soliti "giri". Disturbo e Provocazione, ma fatti bene. E una nuova Via per il cinema italiano. A parte l'incontenibile Capatonda (al secolo Marcello Macchia), si segnala il suo principale collaboratore il bravissimo caratterista Luigi Luciano. Un film apparentemente innocuo ma che parla anche di noi.
"Je suis Maccio Capatonda".

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